martedì 15 gennaio 2008

Perplessità


Non ho grande simpatia per la figura di Benedetto icsvui (come papa, perchè viceversa l'omino tedesco che parla in italiano crucchizzato mi pare una buona persona) e penso che chi legge questo blog lo sappia, però mi sfugge il motivo di tutta la mobilitazione di questi giorni alla Sapienza.
Temete uno stato confessionale cattolico: può essere la migliore risposta quella di farci sembrare uno stato confessionale ateo?

Si apre l'anno accademico, viene invitato a parlare il capo di una religione molto importante? Bene. A me la cosa non piace, credo pure che in questo momento non sia una mossa intelligente. Punto.
Un gruppo di docenti ha manifestato la sua contrarietà con una lettera? Bene. Mi sembra un'ottima iniziativa, sottoscrivo le loro parole. Punto.

Ma un'occupazione dell'Ateneo per questi motivi non è una violenza verso la libertà di espressione? Non è giustificare i mentecatti che piangono ogni giorno "gli eccessi del laicismo"?
Non è reificare parole vuote come appunto laicismo?
Non abbiamo già abbastanza Luca Volontè?

18 commenti :

  1. Anonimo ha detto...

    bè..... in un'ottica più ampia accetto con piacere questa presa di posizione da parte dell'ateneo data la palese ingerenza politica degli ultimi anni della chiesa cattolica. La "visibilità" di Benedetto non è certo a rischio, che bisogno aveva di inaugurare l'anno accademico alla Sapienza???
    Hai ragione non è politicamente corretto ma è necessario, correndo pure il rischio che questa ondata di sdegno e ipocrisia faccia fare un passo indietro.
    ciao Claudio

  2. Verrocchio ha detto...

    Non ne faccio certo un problema di visibilità, chè Benedetto xvi sta in tv più di Silvio, ormai.
    Di sicuro la Chiesa entra un giorno sì e l'altro pure a gamba tesa nel dibattito politico e sociale di questo paese, soprattutto perchè si proclama portatrice di un'unica Verità e quindi, anche quando apparentemente accetta il contradditorio, in realtà sempre sta ferma sulle medesime posizioni. Non si può però, pena il tradimento delle idee di libertà e rispetto verso l'altro, negare a sacerdoti e gerarchie di esporre il proprio pensiero: tanto più che il papa era stato invitato alla Sapienza dal rettore (che gran mossa, eh?).
    Il miglior gesto di dissenso sarebbe stato disertare la cerimonia, a parer mio.

    Poi i collettivi studenteschi non mi sono mai andati a genio: molti non capiscono ciò che fanno, gli altri spesso cercano solo un pulpito per farsi notare.

  3. Verrocchio ha detto...

    Ehm... naturalmente "contraddittorio" e non "contradditorio". Chiedo venia...

  4. Anonimo ha detto...

    Circa il commento di Claudio:
    "...che bisogno aveva di inaugurare l'anno accademico alla Sapienza???"
    Si potrebbe rispondere con le parole di Verrocchio:
    "il papa era stato invitato alla Sapienza dal rettore".


    Circa il post di Verrocchio:
    "Un gruppo di docenti ha manifestato la sua contrarietà con una lettera? Bene.
    Mi sembra un'ottima iniziativa, sottoscrivo le loro parole. Punto."
    ...e poi...
    "Ma un'occupazione dell'Ateneo per questi motivi non è una violenza verso la libertà di espressione?"
    La mia modesta e discutibile opinione e':
    Puoi manifestare con una lettera la tua contrarieta' alle idee portate avanti dal papa,
    ma se manifesti la tua contrarieta' al fatto che il papa venga a spiegarti quali sono le sue idee
    non e' forse una violenza verso la libertà di espressione?

    Ciao
    Laica Mente

  5. Anonimo ha detto...

    I Papi hanno potuto parlare ovunque nelmondo (Cuba,Nicaragua,
    Turchia, etc.). L’unico posto dove il Papa non può parlare è La Sapienza,
    un’università fondata, tra l’altro, proprio da un pontefice.
    Questomette in evidenza due fatti gravissimi:
    1) l’incapacità del governo italiano a garantire la possibilità di
    espressione sul territorio italiano di un Capo di Stato estero, nonché
    Vescovo di Roma e guida spirituale di un miliardo di persone.
    Piccoli gruppi trovano, di fatto, protezioni anche autorevoli nell’impedire
    ciò che la stragrande maggioranza della gente attende e
    desidera;
    2) la fatiscenza culturale dell’università italiana, per cui un ateneo
    come La Sapienza rischia di trasformarsi in una “discarica” ideologica.
    Come cittadini e come cattolici siamo indignati per quanto avvenuto
    e siamo addolorati per Benedetto XVI, a cui ci sentiamo ancora
    più legati, riconoscendo in lui il difensore – in forza della sua
    fede – della ragione e della libertà.
    SAPIENZA,
    UN’ALTRA VERGOGNA
    PER L’ITALIA
    Comunione e Liberazione
    15 gennaio 2008

    Ciao Laica Mente 2

  6. Verrocchio ha detto...

    Oddio, addirittura un comunicato ufficiale di CL!
    Che mi pare esagerato, peraltro.
    Affronto i due punti:

    1) non vedo cosa c'entri il governo in tutto questo: dovevano mandare l'esercito? sciogliere d'imperio i collettivi studenteschi? E comunque è il Vaticano ad aver rinunciato alla visita. Il fatto grave è l'alzata d'ingegno di questi "collettivi", che inneggiano alla libertà di espressione e poi si lamentano quando viene esercitata (in questo senso trovo ottimo il tuo commento precedente, anonimo Laica Mente).

    2)se l'università italiana è una discarica, allora io sono una ecoballa: l'avevo sempre sospettato, in effetti... ;-)

    Però, concedimi: l'ultima frase del comunicato è del tutto assurda.
    Benedetto xvi come difensore -in forza della sua fede- della ragione ? Te lo concedo se aggiungiamo un aggettivo: della SUA ragione. Il che è legittimo, naturalmente. Però
    è proprio questa pretesa di essere "cattolico" a generare la risposta polemica di chi non crede: io la penso in un certo modo, tu in un altro. Tu credi in Dio, io no. Ciò non implica che io sia stolto e tu saggio, o che io debba piegarmi alla tua Verità. Altrimenti finiamo come alla Sapienza.

  7. Anonimo ha detto...

    in questi giorni ho letto da qualche parte che se il pastore lo chiama gregge, ci sarà un motivo.
    Leggo poi il prodotto degli esponenti più mediocri di questo gregge :
    Gasparri: "Divulgare i nomi dei professori"
    "E' stato ripugnante vedere nel telegiornale tossici e terroristi alla Sapienza per festeggiare la rinuncia del Papa" dice maurizio Gasparri (An). "E' gente da mandare in galera insieme ai professori che li hanno guidati. I loro nomi vanno divulgati affinchè l'Italia sappia chi è nemico della libertà e promotore dell'odio e del terrore".
    spero che al più presto ci sia un ritorno alla serietà, nel frattempo ho apprezzato le considerazioni di Stefano Rodotà, persona illuminante e con grande capacità di sintesi, a Ballarò:
    «Questa vicenda è partita male ed è stata gestita peggio. Si era detto addirittura che il Papa avrebbe tenuto la lectio magistralis e questo è sembrato eccessivo, e si è trovata una di quelle vie traverse all'italiana che fatalmente portano al disastro: il Papa arriva alla fine della cerimonia. Questo credo sia un brutto compromesso, un'incapacità di rendersi conto». I docenti che si erano espressi contro la visita del Pontefice «hanno agito legittimamente», ha sostenuto Rodotà, «perché l'università è un luogo di ricerca e di confronto libero: non a caso i professori non giurano, è accaduto solo nel periodo fascista».
    e quando dice "è sembrato eccessivo" ricorda che la lectio magistralis traccia le linee guida del percorso accademico per l'anno in corso, ricorda che siamo alla Sapienza (ateneo scientifico) ed è inopportuno che il papa, in quanto capo della chiesa che si proclama portatrice di un'unica verità, tenga la lezione. Mi sembra un'analisi dettata dal buon senso, e a quelli che asseriscono che Voltaire avrebbe lasciato parlare il papa, dico che sicuramente avrebbe dato parola al pontefice, ma non durante l'apertura dell'anno accademico di un ateneo scientifico.
    ciao Claudio

  8. Verrocchio ha detto...

    @Claudio:
    Secondo me è più intelligente il Gasparri di Marcorè di quanto non lo sia il Gasparri vero! :-)

    Quanto a ciò che dici e alle parole di Rodotà, mi sembra tutto condivisibile: infatti la lectio magistralis era già stata cancellata (anche se non mi sarei preoccupato più che tanto, se si fosse tenuta: ripeto, basta disertarla).

  9. Anonimo ha detto...

    cosa centra col governo quello che è successo a Roma? Beh non direttamente, beh non direttamente forse ma chi deve garantire la possibilità, la libertà di espressione in Italia? ancora di più all'università.. se un gruppo di persone può decidere e bloccare tutto così.
    Riguardo all'ultima frase del comunicato la parola ragione non è intesa come avere ragione.
    La ragione intesa come processo attraverso il quale si esercita il pensiero, quella a cui si riferisce il comunuicato è quel processo col quale si conosce la realtà.
    Io penso che in realtà sia azzeccatissima quella frase, la fede non si può vedere come un aspetto della ragione secondo te?
    cioè io per fede intendo un metodo di conoscenza che usa la ragione.
    ti faccio un esempio: Se un amico, Marco mi racconta che è successo qualcosa ad un altro mio amico Antonio, che magari non vedo da tanto tanto tempo, gli posso credere o no? senza avere visto l'altro amico Antonio , e senza avere più notizie di lui da una sacco?
    se trovo poi Franco, un altro amico ancora, gli racconterei quello che mi ha raccontato l'amico Marco su Antonio, e lui mi crederebbe.
    Questo metodo è una conoscenza attraverso un testimone...ma ti potrei fare altri mille esempi..tipo i libri che studiamo sulla boh su qualsiasi cosa... noi crediamo a quello che c'è scritto, ok in modo critico, ma prendiamo per vero tutto quello che è scritto...e chi lo dice che è tutto vero??
    se vado a casa e la mamma mi ha fatto il risotto che mi piace tanto e io sto lì a guardarlo e non lo mangio, lei mi direbbe " perchè non lo mangi?".
    io le direi " ho paura che sia avvelenato"... potrebbe essere avvelenato? chi mi dice che mia mamma non mi avvelena?... è ragionevole avere paura che mi avveleni?... io penso di no, se volessi avere la certezza che non mi avvelena dovrei portarlo ad analizzare chimicamente.
    insomma secondo me su quasi tutte le cose della realtà noi facciamo un atto di fede... e lo stesso avviene per quello che riguarda il cristianesimo, è lo stesso metodo..
    voglio solo spiegarti quello che intendo, non pretendo di avere ragione io, e non voglio convincere nessuno, però questo è quello che penso.
    Penso che comunque anche il papa pur essendo capo spirituale,pur occupandosi di Dio ecc ecc... possa parlare di ragione ( non di avere ragione)... perchè per me il collegamento c'è!

  10. Anonimo ha detto...

    Verrocchio disse: "Tu credi in Dio, io no. Ciò non implica che io sia stolto e tu saggio, o che io debba piegarmi alla tua Verità".

    Ma chi ha mai proclamato tale implicazione??? Chi ti ha mai costretto a piegarti alla sua Verità??? Forse il Papa???
    Nel suo discorso alla Sapienza Benedetto XVI dice del suo mandato: "Il Papa [...] sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può solo essere donata in libertà."

    Meglio che qualcuno si rilegga l'articolo del 16/01/2008 di un fondamentalista cristiano come Ernesto Galli Della Loggia ("Quella che ha vinto è una caricatura della laicità [...] che, nonostante tutte le chiacchere sull'Illuminismo, nei fatti non sa cosa sia la tolleranza") o le parole di quegli estremisti reazionari conservatori di destra come Veltroni o Mussi nei loro discorsi alla Sapienza.


    Laicamente

  11. Anonimo ha detto...

    Verrocchio disse: "Tu credi in Dio, io no. Ciò non implica che io sia stolto e tu saggio, o che io debba piegarmi alla tua Verità".

    Ma chi ha mai proclamato tale implicazione??? Chi ti ha mai costretto a piegarti alla sua Verità??? Forse il Papa???
    Nel suo discorso alla Sapienza Benedetto XVI dice del suo mandato: "Il Papa [...] sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può solo essere donata in libertà."

    Meglio che qualcuno si rilegga l'articolo del 16/01/2008 di un fondamentalista cristiano come Ernesto Galli Della Loggia ("Quella che ha vinto è una caricatura della laicità [...] che, nonostante tutte le chiacchere sull'Illuminismo, nei fatti non sa cosa sia la tolleranza") o le parole di quegli estremisti reazionari conservatori di destra come Veltroni o Mussi nei loro discorsi alla Sapienza.


    Laicamente

  12. Verrocchio ha detto...

    L'universo della parola scritta è insidioso, perchè manca di intonazione, quel quid in più che spesso, parlando, ci permette di evitare i qui pro quo. Mi scuso, perciò, se non son sempre chiaro quanto vorrei: in particolare, nel mio commento precedente.

    Quale fosse l'accezione del termine "ragione" nel comunicato di CL lo avevo inteso, ma cercavo di fare un po' di ironia traslandone il significato. Per quel che penso io, comunque, ragione e fede non vanno molto in sintonia: ovviamente anche la fede è un prodotto del pensiero, ma va "oltre" per definizione. Tutte le dimostrazioni "razionali" dell'esistenza di Dio son destinate a fallire, perchè sono argomentazioni, non fatti. Allo stesso modo anche dire che Dio non esiste è un argomento e non un fatto. Per me è più ragionevole pensare che non esista una dimensione trascendente, ma trovo pienamente legittimo anche sostenere il contrario.

    Quando ho scritto la frase "Tu credi in Dio, io no" intendevo usare un "Tu" generico (tipo: "c'è chi crede e chi no"), non accusare l'anonimo (credo sempre "Laica mente"): rileggendo, ho notato di aver un po' pasticciato con i pronomi, perciò chiedo scusa.

    E' naturale che la Chiesa non possa imporre la Fede, così come nessuno deve imporre l'ateismo: quello che io contesto è l'incapacità di accettare sullo stesso piano chi abbia convincimenti morali diversi. Si finisce sempre sugli stessi argomenti, però non ci vedo tolleranza in chi sostiene che l'omosessualità è devianza, in chi non accetta ai sacramenti i divorziati, in chi accusa chi non crede di non avere valori (le famose accuse al "relativismo").

    Ripeto: io non credo in alcuna Verità, ma ho i miei valori -che sono molto simili a quelli di chi è cristiano, tra l'altro. Sono relativista? Se lo sono, non ci vedo nulla di male. I cattolici sono cristiani? Non ci vedo nulla di male.
    Non mi sento superiore a nessuno, ma nemmeno inferiore.

  13. Anonimo ha detto...

    si ok sul fatto dei divorziati ci possono essere dei casi particolari e ognuno va valutato per la storia che c'è dietro,sull'omosessualità già c'è meno da discutere però.
    Cioè la chiesa non condanna nessuno, la chiesa da delle indicazioni in base alla verità che professa, poi uno è libero di seguirla, uno è libero di dire che non è vera, ovvio che se uno crede per lui quella è la verità, sennò no.
    Ma se uno segue segue tutto, e ha la possibilità di ricevere i sacramenti ecc ecc... se uno non ci sta, non è d'accordo ecc ecc perchè dovrebbe pretendere i sacramenti? non capisco, l'insegnamento è quello, uno ci sta, segue, uno non ci sta... deve cambiare la chiesa per andare bene a tutti? cioè la chiesa accoglie tutti, chi ci sta, non obbliga nessuno, però la strada è quella, se uno non è d'accordo, non ritiene giusto quello che dice, non ci crede, è lbero di seguire un'altra strada.
    Ok Gesù accoglie tutti poi quelli che incontra si convertono e lo seguono, quelli che non ci stanno se ne vanno...
    riguardo all'omosessualità è troppo lunga la storia, però mi pare chiara la linea della chiesa anche lì... dovrebbe essere più aperta perchè i tempi sono cambiati? no penso di no, cioè dovremmo metterci d'accordo sul significato di aperta prima di tutto. Aperta nel senso che accoglie tutti, chi ha voglia di confrontarsi, chi ha bisogno di aiuto, chi cerca qualcosa certo, aperta nel senso che deve cambiare le sue idee in base alla moda del momento, e deve permettere a tutti di ricevere i sacramenti pur non condividendo una strada ..no quel significato di aperta non penso centri con l'apertura della chiesa. Non si tratta di cambiare delle idee, perchè il Vangelo e la bibbia sono quelli, non cambiano con il tempo.

    Laica Mente 2

  14. Verrocchio ha detto...

    La religione cattolica e suoi dogmi sono stati costruiti in due millenni, a partire dall'interpretazione di un libro che si è costituito nel tempo (unendo ciò che oggi chiamiamo Antico e nuovo Testamento). Le teste e il mondo sono cambiati, così come diversa è oggi l'interpretazione di quegli scritti. Quindi: sì, la Bibbia è quella (anche se la traduzione di oggi non è quella del medioevo, per dirne una), ma chi la legge no.

    Vorrei poi sapere in che passo dei Vangeli Cristo parla dell'omosessualità.

  15. Anonimo ha detto...

    "Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23 Allora l'uomo disse:
    «Questa volta essa
    è carne dalla mia carne
    e osso dalle mie ossa.
    La si chiamerà donna
    perché dall'uomo è stata tolta».
    24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna."

    Non parla dell'omosessualità il Vangelo, ma non mi pare di averlo scritto.
    Ma il problema è il fatto che si considera la famiglia come è concepita dalla chiesa al pari di un' unione di altro tipo... cioè di metterle sullo stesso piano.

    Laica Mente 2

  16. Verrocchio ha detto...

    Giustamente scrivi "la famiglia come è concepita dalla Chiesa": chi crede ha tutto il diritto di farsi la sua famiglia come Chiesa comanda. E chi non crede? Non può farsi una famiglia come ritiene giusto?

    La questione della costola di Adamo è una delle scene più evocative della Bibbia (non del Vangelo, peraltro), ma di certo è anche una delle più gravose di conseguenze negative per le donne: vi si ipotizza la sottomissione della moglie al marito, io non la citerei come esempio.

    Per l'omosessualità hai risposto da te: il Vangelo non se ne occupa.

  17. Anonimo ha detto...

    "Articolo 29
    La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
    Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare."
    come credente difendo solo quello in cui credo e che tra l'altro dice pure la nostra costituzione.
    sta di fatto che uno che non crede è libero poi di agire come vuole e di non seguire quello che dice la chiesa ripeto, come credente voglio che la chiesa si esprima su tutto e dia le sue indicazioni

  18. Verrocchio ha detto...

    Per me la Chiesa può dire quello che vuole, mi pare di averlo scritto spesso. Io critico ciò che dice la Chiesa, non il fatto che lo dica.

    Tutto questo lamentare un attacco alla famiglia non lo capisco: chi attenta alla famiglia? Forse la famiglia stessa...