lunedì 31 dicembre 2007

Spero in una squadriglia di piccioni bombardieri...


Questa sera a Venezia, per rinnovare le fruste cerimonie di fine d'anno, han ben pensato di organizzare




che, detto in soldoni, altro non è se non un "bacio collettivo" in Piazza San Marco.
Niente di nuovo o di originale, a ben vedere. Quindi, perchè tanta acrimonia (vedi titolo)?
Perchè tra gli organizzatori ci sono persone in grado di dire queste cose:


"Vogliamo che Venezia diventi la quinta immagine del Capodanno che passa nei tg e nei media di tutto il mondo, insieme a quella di Sidney, Londra, Parigi e New York - spiega Marco Balich, direttore artistico di 'Venezia Marketing Eventi', ente che organizza la kermesse, e già ideatore e produttore delle cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Torino - Abbiamo proposto un format, un gesto che si ripeterà ogni anno, legato al concetto di Venezia come città romantica e capitale della pace e dell'amore universale: il bacio. A Piazza San Marco ci saranno 60 mila persone che parteciperanno a questo bacio collettivo per un'immagine che girerà il mondo. Il bacio è un gesto meraviglioso, che appartiene agli anziani e ai giovani e che toglie quell'aggressività che a volte è protagonista negativa del Capodanno nelle città''.


Il format... il concetto di Venezia come capitale della pace e dell'amore universale...
Capite?

Dopo ciò, lasciatemi un augurio di sana intolleranza (cosa volete, è il centesimo post, è l'ultimo dell'anno):

spero in una squadriglia di piccioni bombardieri
equipaggiati di bombe al guano impoverito
che possa raggiungere gli autori di queste perle verbali

Così, pacatamente, come piace a noi...



N.B.: Per la cronaca, nemmeno mi sogno di partecipare; questa sera sarò a Trieste.

domenica 30 dicembre 2007

Però il felice anno nuovo, no...

...chè tanto poi, si sa: tra 365 giorni, tutti a dirci "che schifo 'sto 2008, forse è stato meglio il 2007; mo' speriamo nel 2009...e cose così...*"





*copyright by Giacomo Leopardi


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martedì 25 dicembre 2007

E vabbe', dai...Buon Natale!

Con l'immagine del mio paesello imbiancato nel dicembre del 2001 (di più recenti non ne avevo, ma mi sembrava adatta al momento), auguro a tutto lo sparuto gruppo d'ascolto di questo blog un felice Natale.

Ingozzatevi finchè volete, ma tenete sempre vicino il fido Maal*x...

venerdì 21 dicembre 2007

Requie mediatica

Mi ricordo molto bene della vicenda di Pietro Maso, il ragazzo di Verona che uccise i suoi genitori all'inizio degli anni novanta. Grazie a dio allora non c'era Porta a Porta, perciò ci risparmiammo alcuni dettagli truculenti. Fu un episodio che mi lasciò davvero sgomento, forse anche perchè ero bambino. A distanza di tanti anni, di Maso si erano perse le tracce. Oggi, i quotidiani riportano a galla la sua vicenda, con titoli di questo tenore:


Maso, una donna come "premio"

Uccise genitori, ora ha trovato l'amore

Io ci vedo tanta voglia di gogna e nessuna notizia.
Amiamo difendere i supposti valori cristiani, poi però ci piace sputare su chi già è stato crocifisso.
Il che non giustifica Maso, nè annulla le sue colpe o vuole far intendere che non debba scontare la sua pena.
Soltanto, lasciamolo in pace.

mercoledì 12 dicembre 2007

Dietrologia da marciapiede: il caso Luttazzi


Prefazione:

Un po' ovunque si è scritto, letto e sentito di Daniele Luttazzi e della prematura e improvvisa scomparsa di Decameron dal palinsesto di la7, che la rete ha motivato con le offese rivolte a Giuliano Ferrara, da diversi anni collaboratore del canale Telecom. Quindi molti e più bravi di me hanno già commentato a sufficienza, anche semplicemente in ambito blog (segnalo almeno Leonardo, tra tutti).Ne scrivo anch'io come piccolo segno di solidarietà verso Luttazzi (che ovviamente non ne ha bisogno e manco sa che esisto) e perchè la cosa mi ronza in testa da giorni ed in qualche modo la devo cacciare fuori.


Premessa:
Tutti conosciamo Daniele Luttazzi, sappiamo cosa dice e come lo dice. La7 lo sa, lo sapeva da ben prima di Decameron. Luttazzi è comico intelligente e spesso esilarante, uno che sa cogliere spunti satirici come pochi e che li svolge con grande acume e inventiva. Il suo umorismo tocca diversi registri, senza negarsi una notevole dose di grevità. Anzi, diciamo pure che gli piace proprio indugiare su certi temi che possono anche disturbare -personalmente, spesso mi disturbano.
Certe volte l'argomento scatologico e quello sessuale sono funzionali e suscitano non solo la risata, ma anche una riflessione; in altri casi, non li trovo molto pertinenti.
Nel complesso, Decameron mi pareva più ricco di questi ultimi aspetti (presenti in pezzi da novanta come Rabelais e in tutta una tradizione letteraria che credo arrivi fino ai lirici greci antichi) di quanto non lo fosse di invettiva "pensata", però tutto sommato non mi dispiaceva. Insomma, finchè è durato l'ho guardato volentieri.


Svolgimento:
A questo comico molto noto, di cui tutti conoscono le modalità espressive, la7 (rete di proprietà Telecom, di piccoli ascolti ma di programmi interessanti e tendenzialmente alternativi al famigerato duopolio) propone un programma in seconda-terza serata. Gli dà carta bianca.
Fermiamoci e rileggiamo: gli dà carta bianca. Sa, dunque, che Luttazzi può pure, volendo, usarla a mo' di carta igienica...
Il programma parte, vanno in onda 5 puntate: tutte molto Luttazzi-style, ovviamente. Del resto, il titolo rimanda ad un'opera piuttosto boccacesca e il sottotitolo è ancor più esplicito: politica, sesso, religione e morte. Il gradimento del pubblico è alto: quasi 3 milioni di spettatori, per la rete e la collocazione oraria, sono molti assai. La quinta puntata viene pure replicata, tutto sembra continuare senza scossoni.
Improvvisamente, fulmine a ciel sereno, la notizia della cancellazione. Ufficiale motivazione le offese a Ferrara, scagliate durante quest'ultima puntata: la rete non ritiene corretta l'invettiva nei confronti di uno della propria stessa famigghia (televisiva, s'intende). Ovvero: i panni sporchi non si lavano in pubblico. Su questo punto avrei già qualcosa da obiettare, ma lasciamo perdere le riserve sull'aziendalismo a prescindere.
Prima di farmi un'opinione della faccenda, vado a rivedermi il pezzo incriminato: in effetti il buon Daniele ci va giù pesante, ma ha raggiunto maggiori vette dissacratorie (per esempio verso la Chiesa, verso Silvio, verso...un po' tutti) senza suscitare nemmeno un refolo di vento.
Lo stesso Ferrara scrive una lettera a Repubblica in cui afferma di non aver fatto la danza dei 7 veli perchè il direttore di rete gli consegnasse la testa del nuovo Battista. Beh, insomma, finge di fare queste affermazioni, mentre l'esegesi corretta (tra gli strali al nostro tempo ateo e quelli all'intellighenzia di sinistra) è: oh Luttazzi, piccolo cafoncello, ben ti sta!

Può darsi che Luttazzi abbia esagerato e che a Giulianone sia rimasto sul gozzo ciò che ha detto, però non mi vengano a dire che il motivo della chiusura di Decameron sta in quella battuta. Non ci credo proprio.
Solo, vorrei capire quale sia la ragione reale. Al momento non ci arrivo.

sabato 8 dicembre 2007

Spettri

Quando accadono tragedie come quella della Thyssenkrupp di Torino, giornali e televisioni si riempiono delle parole delle vittime. E la controparte? Avete visto comparire qualcuno dei "vertici" dell'azienda? Qualcuno che avesse il coraggio di prendersi la responsabilità della fabbrica che gestisce?





Mi fanno venire in mente la megaditta fantozziana: gente che vive in un lontano empireo non ben definito, intangibile e irraggiungibile; magari cialtrona e senza dignità, ma circondata dalla rispettabilità che i tanti dindini in genere assicurano.

Non mi sembra bello, nè istruttivo.

venerdì 7 dicembre 2007

Alt(r)a professionalità








Girellavo sul sempre prodigo (di fesserie di cui sorridere) Tgcom, quando ho letto questo:

Prostituzione,boom offerte studenti

Sondaggio:"Si vende uno su quattro"


Ohibò!

Voi cosa capite, da queste parole? Che un universitario su quattro si prostituisce, immagino. Pure io intendo così e mi fiondo, incredulo, sull'articolo. Ecco cosa sta scritto nel testo:

Uno studente universitario su quattro offrirebbe le proprie prestazioni sessuali su internet in cambio di soldi. E' quanto emerge da una ricerca compiuta dalla rivista "Studenti Magazine" che per settimane ha controllato diversi siti di annunci on line. "Nella categoria incontri privati, un annuncio su quattro ha come inserzionisti gli studenti universitari. La città più prolifica in questo senso è Milano", rivela la statistica.

Ecco spiegato l'arcano! Non si tratta di uno studente su quattro, bensì di un annuncio su quattro!
Vorrei far notare che l'anonimo articolista è stato capace di scrivere due cose totalmente diverse nello spazio di quattro (un numero che torna) righe. Una formazione umanistica, non adatta a comprendere concetti statistici così sottili (sic)? Miracoli del copia-incolla?

Che poi, qualcuno mi spiega perchè non ci sono firme, sul Tgcom?
Si vergognano?
Tutti gli articoli li scrive Paolone Liguori con la sua "lettera 22"?
Sono creati con un algoritmo molto sofisticato da un computer intelligentissimo?


P.S.: Heike, non disperare, non ho dimenticato il meme. Prima di incanutire risponderò...

lunedì 3 dicembre 2007

Errori di segno


AGGIORNAMENTO del lunedì (errata corrige): pigliate quello che ho scritto sotto come un esercizio di Ucronia, visto che le cose sono andate diversamente da quanto ho riportato, anche se solo per un pelo... Quanto a me e alla mia topica clamorosa, dovrei ricordarmi di una regola base: mai credere agli exit poll.



Vuoi vedere che quella volpe di Chavez sta riuscendo dove persino Silvio ha fallito? Ossia farsi incoronare senza bisogno della corona, anzi con un ampio consenso popolare.
In Venezuela pare infatti che il referendum indetto dal Presidentissimo per la modifica della Costituzione, con cui egli otterrebbe mandati infiniti (sempre finchè ci sarà bisogno di elezioni) e il controllo sulla stampa in cambio di un piatto di lenticchie elargite alla popolazione (leggi: riduzione dell'orario di lavoro di due ore a settimana) stia per fornire un sì deciso.

Un Paese di lemming?

Oppure merito di una campagna elettorale molto convincente, che potremmo ridurre ad uno slogan familiare:


Meno lavoro per tutti


Chissà: se Silvio avesse scelto la sottrazione invece dell'addizione, magari ora sarebbe re anche lui. Poi dici che la scuola non serve...


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