martedì 30 giugno 2009

Altro che Wii Fit…

popeye A far la pasta in casa ci si rende conto del perchè panettieri e pizzaioli siano spesso tizi nerboruti con le braccia da marinaio: impastare richiede un inesausto lavoro di avambraccia. Ora, infatti, fatico anche a pigiare i tasti del pc. Qualcuno ha un barattolo di spinaci?

Altro che wii Fit…

martedì 23 giugno 2009

Se questo vi sembra gossip

 

Di come si plasma la classe dirigente

 

Se tutto il marcio che sta uscendo dal bubbone di Silvio il t(r)ombeur si rivelerà fondato (come pare), toccherà rivalutare lo psichiatra che una volta, in tivvù, parlò di narcisismo patologico riferendosi al Premier.

Alcuni fatti sono incontestabili: le feste con ragazzuole tanto arriviste da non schifarsi di far parte di un pollaio, per di più con un gallo senza piume; i regali munifici del vecchio satrapo, che intrattiene con le barzellette sui comunisti, i filmati degli storici incontri con Bush (almeno quelli fanno ridere) e le canzoni lagnose (come un Nerone qualsiasi, ma con l’aggravante Apicella); le successive candidature nel PDL di alcune di codeste ragazzuole.

Se questo vi sembra gossip…vuol dire che probabilmente siete il direttore del TG1. Perchè qui non interessa per nulla sapere se siamo al cospetto di un ghediniano utilizzatore finale o solo di un satiro spuntato (per quanto patetico tutto ciò possa suonare), ma capire come si fa carriera nel partito che governa l’Italia. Già sapevamo che Silvio si era portato in Parlamento prima i legali, poi le segretarie e infine le fisioterapiste; stanno per arrivare le massaggiatrici?

Vedi un po’: quei grigi figuri del Pd si scannano nelle primarie, cercano freneticamente il rinnovamento della classe dirigente stretti stretti in afose riunioni nel loro loft, mentre intanto a pochi metri ci sono queste splendide feste dove Silvio il Magnifico letteralmente plasma le nuove leve del suo partito!

 

domenica 14 giugno 2009

D’ogni erba un fascio

06In principio furono le “Ronde apartitiche”, nate con la storiella della sicurezza in pericolo –in realtà perchè sono a costo zero e il Berlusconi IV non ha soldi nemmeno per la benzina delle auto della Polizia. Ma, si sa, l’italiano medio ama immaginarsi come epigono di Leonardo Da Vinci. Ecco allora la nascita della prima (seconda, visto le già operanti Guardie Padane) polizia parallela che, vedi un po’, origina come costola del mai domo MSI, ad opera di quel Gaetano Saya già finito nell’occhio del ciclone per i suoi hobby lievemente eversivi. Questi buontemponi hanno scelto il nome discreto di “Guardia Nazionale Italiana” e una divisa dai toni dimessi, su cui spiccano una serie di stemmini per gente infoiata del terzo reich (l’aquilotto imperiale, una specie di sole celticheggiante al braccio, l’immancabile scritta Essepiquere, qualche patchwork da bancarella): il tutto pare un costume di scena per quei film ambientati nelle dittature sudamericane (dove MacGyver, per salvare il povero pacifista perseguitato, deve attraversare la frontiera a bordo di un’ariete costruito a partire da un triciclo e da uno scolapasta).  Invece questi benefattori potremmo trovarceli per strada mentre si pavoneggiano (nella migliore delle ipotesi) fingendo di accrescere la nostra “sicurezza”. Dice che saranno disarmati, però si portano dietro elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica di metallo nero. Dice pure che sono una ONLUS. Non dice se aiuteranno le vecchine ad attraversare la strada.

Frattanto Silvio denuncia piani eversivi a suon di Noemi e veline “per sovvertire il voto popolare” e invita i giornali a non lasciare spazio alle opposizioni.

 

giovedì 11 giugno 2009

Chiasso

CAMERA_big Forse tutto viene dal fatto che non mi piace il carnevale e che le buffonate preferisco farle tra le mura di casa, o forse sarà l’aria di divertimento che esibiscono alcuni dei protagonisti di questa cosa, invece di rimanere sconsolati a scuotere il capo. Sta di fatto che trovo per lo meno inutile che in Parlamento ci si lasci andare a certe forme di protesta sbracata da tifosi in trasferta. Lo scrivo adesso, quando la porcheria fatta sulle intercettazioni è evidente e i capi ultrà sono di centrosinistra, affinchè non sembri il solito attacco da trinariciuti. Alle volte forma e sostanza coincidono.

mercoledì 10 giugno 2009

Gelminario

la_scuola Un film molto bello di qualche anno fa, La Scuola, si svolge in un istituto superiore nel giorno degli scrutini. Descrive in maniera perfetta (così mi dicono, almeno) quanto avviene ogni anno al momento delle valutazioni finali. Ci sono gli insegnanti inflessibili, che fanno i loro conti sulla base della media aritmetica dei voti e non vogliono derogare di nulla; quelli più attenti al progresso manifestato dagli alunni nel corso dell’anno, che cercano di mediare; quelli distrutti dall’insegnamento e dalla vita, che vorrebbero mandare tutti in miniera e bocciare a man bassa. Anche nelle aule reali, gli scrutini sono il momento del redde rationem e spesso i conflitti su chi promuovere e chi bocciare portano almeno alla discussione: ciò che esce da questi conclave didattici è un giudizio complessivo e mediato –per chi ha a cuore il suo mestiere.

Di tutto ciò, sembra che il ministro Gelmini non sappia nulla. Difatti cala sugli scrutini con la solita circolare esemplificativa che certifica uno status quo come fosse l’ennesima rivoluzione (tenderei a chiamarla propaganda):

Con i nuovi provvedimenti sulla valutazione finale degli studenti della scuola secondaria di primo grado «si introduce - spiega il ministero - una maggiore responsabilizzazione del consiglio di classe proprio in fase di scrutinio. In passato, invece, era prassi assegnare giudizi non sempre comprensibili e valutazioni che nascondevano anche gravi insufficienze».
Il consiglio di classe, infatti, da quest’anno potrà ammettere all’anno successivo uno studente che riporti qualche lacuna considerata non grave e recuperabile. Con insufficienze considerate gravi, invece, si ripeterà l’anno. Negli anni scorsi è accaduto spesso - fa notare il dicastero di viale Trastevere - che fossero assegnati giudizi negativi senza informare le famiglie dell’alunno e senza aprire un confronto con gli altri docenti. Con la vecchia normativa talvolta gli alunni con gravi carenze venivano ugualmente promossi. Da oggi, invece, il consiglio di classe deciderà se ammettere o meno l’alunno alla classe successiva dopo una attenta valutazione del percorso scolastico e delle capacità dello studente.

Se il ministro ha bisogno di capire come funziona il mondo che si suppone dovrebbe amministrare, ecco il link dove reperire “LA SCUOLA” (va bene anche in vhs, sia mai non possedesse il lettore DVD):

http://www.ibs.it/dvd/8017229439803/scuola.html

 

 

P.S.: Incidentalmente, vorrei far notare che stanno smantellando la famosa Riforma Moratti delle 3 I (che avevano fatto loro e ai tempi era stata definita una cosa tipo “la più grande riforma della scuola dall’invenzione dei caratteri cuneiformi”), sostituendola con una cosa raffazzonata che già è stata di nuovo definita come epocale e la più grande etc. etc.

 

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martedì 9 giugno 2009

Zseru tituli

 

2000_98_1---Number-Zero_web Oggi inizio pescando a piene mani da  La Stampa online (somma pigrizia):

 

Le Dieci domande qualunque di Gramellini.

Poi La Spina:

Si può anche mascherare una sconfitta, consolandosi per il mancato sfondamento elettorale del premier, ma Franceschini non può davvero pensare che con l’addizione delle attuali opposizioni si possa costruire un’alternativa di governo a Berlusconi. Per il Pd si aprono due grandi problemi: inventare un grande progetto di moderno cambiamento del centrosinistra italiano e accelerare, a tappe forzate, un ricambio di ceto dirigente assolutamente indispensabile. Un partito che viene votato solo da un italiano su quattro non può pensare di coagulare un’alleanza del 51 per cento né con una riedizione dell’alleanza prodiana con la sinistra radicale, né con una intesa con l’Udc di Casini.

Penso che Franceschini abbia fatto quanto possibile e che Veltroni non abbia più colpa di altri. Che il dato più preoccupante sia il crollo alle amministrative, perchè certifica come il buon governo locale (laddove c’è veramente) non basta se a livello nazionale la credibilità è zero.

Da cosa ripartire? Paradossalmente dai Comuni, credo. E dalle preferenze date a gente come la Serracchiani: che non è Berlinguer, però nemmeno una buttata lì all’improvviso perchè girava su you tube (cioè, sì: è proprio una buttata lì all’improvviso perchè girava su you tube, ma fortunatamente è una che fa politica da tempo e sembra pure competente).

Poi, in qualche modo, bisogna cercare di abbattere il consenso della Lega: se un terzo dei corregionari vota Carroccio, una riflessione sul perchè diventa necessaria (saranno mica tutti xenofobi e razzisti? o tutti fessi, per non accorgersi che la questione sicurezza sta esattamente come 365 giorni fa, ovvero senza soldi per la polizia?).

Tanto lavoro, insomma. Meglio cominciare subito.

venerdì 5 giugno 2009

Possessioni elettorali

 

Le disavventure della Democrazia

cornetta_retro_bluetooth1 Venerdì 5 giugno 2009, ora di pranzo: squilla il telefono.

 Numero privato: sarà quella del sondaggio di ieri. Alzo la cornetta, pronto a declinare qualsiasi richiesta.  Una voce suadente e melliflua inonda il mio canale uditivo: “Sono Pierferdinando Casini…bla bla bla…e volevo dirle che il nostro partito…bla bla…” “Ohibò” –dico fra me e me quasi atterrito- “che mi abbia sgamato leggendo il blog e ora voglia querelarmi?”

Ascolto meglio e scopro che la voce è registrata, recita una tiritera autoincensante di tipo elettorale. Siccome aborro l’uomo ed il suo seguito, provo a buttare giù. Nulla da fare: la voce rimane nella cornetta, sempre melliflua ma inesorabile. Che sia un miracolo dei piani alti? Lassù non permettono che un rappresentante così autorevole del pensiero cattolicista sia zittito in malo modo? Non bastava il roveto, ora usa pure la cornetta rovente? Mentre penso se conosco un esorcista per liberare la linea dalla possessione UDC, subentra una voce femminile che mi invita a pigiare il tasto 9 per non ricevere più comunicazioni siffatte: in men che non si dica, Pierferdy scompare.

Resta inevaso un quesito: questa strategia così invasiva gioverà alle sorti elettorali del partito?