giovedì 30 luglio 2009

Epistola alle Parche

Parche Spettabili signore (signorine?) Parche,

chi vi scrive è un umile esserino del XXI secolo che attualmente non tiene di meglio da fare. Sono conscio del grande carico di lavoro che filare i destini umani richiede per voi, soprattutto ora che la vita media si è allungata ed il numero di persone su questo povero pianeta è in continuo ed esponenziale aumento; so pure che non siete solite porgere orecchio alle richieste che vi vengono formulate da quaggiù (altrimenti, hai voglia: non si finirebbe mai di correggere il filato della giornata!) e che nemmeno gli dei possono mettere il becco negli affari vostri. Qui però si tratta di una questione veramente insostenibile, di uno stato di cose intollerabile. Come certamente saprete il genere umano ama sollazzarsi sfidando la vostra collega, la cosiddetta dea bendata: Fortuna, insomma. Immagino che tra di voi ci sia una certa rivalità, che Fortuna goda nel farvi inciampare, qualche volta, sì da ingarbugliare un po’ i fati già stabiliti: quindi suppongo che, senza tema di smentita, si possa dire che vi sta abbondantemente sulle palle. Se vi chiedo allora, per la tranquillità mia e di tutti gli italiani, di corcarla di mazzate? Così, giusto per una piccola forma di vendetta per voi e di assicurazione per noi: che la finisca di far crescere ‘sto montepremi del Superenalotto! Non se ne può più! Rendetevi conto: siamo in completa balia di tg che prima occupano minuti preziosi mandando in onda servizi e servizi sullo stramaledetto 6 che non esce e su cosa ci farebbe o non ci farebbe l’ipotetico vincitore; poi occupano minuti preziosi comunicando i numeri estratti e facendo finta che ci interessi qualche cosa di sapere chi ha vinto; infine non perdono mai (proprio mai) l’occasione per segnalare che questo è il più alto jackpot di tutti i tempi. Vedete, care le mie Parche (posso permettermi questa vena confidenziale?), non vi sembra che sarebbe ora di finirla? Dopo tutto, che vi costa? Lei è pure bendata, manco saprà mai che siete state voi.

Un grazie infinito per qualsiasi cosa vi riuscirà di fare,

Andrea

martedì 28 luglio 2009

MinchioPadano torna a far danni

Quando scrivevo di “ritorno del MinchioPadanus” non pensavo di cogliere così nel segno. Evidentemente la Lega, esaurite le cartucce contro lo straniero invasore (se ti concedono tutto quello che chiedi non hai più di che aizzare il tuo elettorato), per mantenere il consenso torna al suo vecchio amore: il dagli al terùn. E quale miglior esempio di terùn che l’insegnante? L’insegnante ignorante, che sale al Nord con la sua valigia di cartone e un titolo di studio comprato per rubare il lavoro ai nostri. Questo è ciò che, papale papale, afferma tale Paola Goisis, deputato del Carroccio:

«Noi avevamo presentato una proposta di legge di riforma della scuola. Ma questa non è stata condivisa da tutta la maggioranza. Così abbiamo chiesto che ne venisse recepita almeno una parte nel testo unificato che ora era all’esame della Commissione Cultura. Abbiamo rinunciato a tutto, tranne che ad un punto sul quale insisteremo fino alla fine: ci dovrà essere un albo regionale al quale potranno iscriversi tutti i professori che vogliono. Ma prima dovrà essere fatta una pre-selezione che attesti la tutela e la valorizzazione del territorio da parte dell’insegnante».
La Lega, cioè, vuole inserire un test, per i professori, che attesti, per dirla con le parole di Paola Goisis, «il loro livello di conoscenza della storia, della cultura, delle tradizioni e della lingua della regione in cui vogliono andare ad insegnare». I titoli di studio, quindi, passeranno decisamente in secondo piano. «Non garantiscono un’omogeneità di fondo - osserva il deputato del Carroccio - e spesso risultano comprati. Pertanto non costituiscono una garanzia sull’adeguatezza dell’insegnante. Questa nostra proposta che, ripeto, è l’unico punto che noi chiediamo venga inserito nella riforma, punta ad ottenere una sostanziale uguaglianza tra i professori del Nord e quelli del Sud. Non è possibile, infatti, che la maggior parte dei professori che insegna al nord sia meridionale».

Lo stupore per questa gente in parlamento mi è ormai venuto a noia, tanto domani i parlamentari del PDL non faranno altro che dire un bonario cattivelli ai simpatici provocatori della Lega, senza alzare nemmeno un po’ la voce. Sarebbe inutile parlarvi degli insegnanti che ho incontrato negli anni della scuola: molti delle mie lande, alcuni (nemmeno lontanamente la maggior parte) meridionali. La migliore professoressa di matematica che ho avuto era di Napoli; la peggiore di Venezia. A mia sorella invece è capitato il contrario. Tutti casi personali e aneddotici, buoni solo a spiegare che generalizzare lanciando anatemi contro una latitudine specifica sia forse davvero segno di un’abissale ignoranza. Perciò vediamo un esempio concreto per l’applicazione di queste norme farneticanti: il Friuli Venezia Giulia. In questa regione si trovano due distinte tradizioni culturali (per non dire tre, o forse quattro): quella friulana, che usa il dialetto (lingua, in realtà) omonimo; quella giuliana, che parla il veneto. Friulani e giuliani non si amano alla follia e molte sono le storielle popolari tramandate contro l’una o l’altra parte (a dimostrazione che la patria è tanto più piccola quanto più la vuoi delimitare). Mettiamo che si faccia questo fantomatico esame di cultura locale: l’aspirante professore dovrebbe conoscere la cultura veneta o quella friulana? Quanti dialetti dovrebbe parlare? Quanti esami sostenere? Senza contare che a capo del Ministero dell’Istruzione sta una che ha dato l’esame di stato per l’avvocatura a Catanzaro –alla faccia delle fanfaluche sul merito. Perchè uno che insegna scienze o educazione fisica dovrebbe conoscere il dialetto locale? E in subordine, perchè fare del dialetto materia scolastica? Come saremo orgogliosi dei nostri figli quando, dopo essere stati rifiutati ad un colloquio di lavoro siccome non conoscono l’inglese e non sanno usare il congiuntivo, usciranno bestemmiando nel loro idioma natio!

Cose di casa

Qualche mattina fa, nel mentre spalancavo le ante del balcone, mi sono bloccato perplesso. A pochi passi dalla finestra, difatti, stava questa cosa:

 IMG00026-20090606-1226 

Il primo pensiero che mi ha attraversato la mente (certamente frutto dell’ebetitudine post-risveglio) è stato “forse non conosco abbastanza mia madre: quale strano rito vodoo compi, povera donna, nascosta dalle tenebre della notte?” Poi è giunto un secondo pensiero, sempre poco onorevole per la mia augusta genitrice: vuoi vedere che soffre di sonnambulismo e s’alza nottetempo per seppellire i gatti nei vasi da fiori (non sembri tanto peregrina questa seconda variante, stante il viscerale rifiuto della mamma nei confronti dei felini)?

Allarmato da entrambe le ipotesi, ho cercato di svelare, con il mio proverbiale tatto, la cagione di tanto dolore:

“Che ci fa la coda di un gatto piantata nel vaso di fronte alla mia camera?”

La sventurata rispose.

Pare che la cosa orrenda sia un vegetale, un esemplare di pianta grassa (invero molto magra; quasi anoressica, oserei dire) regalato da una zia che evidentemente cova qualche cosa contro di noi.

domenica 26 luglio 2009

La rivincita di Cartagine su Roma ladrona

Voyager_CS1 “Cari amici di Voyager, un cordiale buonasera dal vostro Roberto Giacobbo. In questa puntata speciale vogliamo raccontarvi una storia che ha dell’incredibile e che, se confermata, ci costringerebbe a rivedere del tutto le attuali teorie sullo spazio-tempo. Cominciamo, come di consueto, con una serie di domande: è possibile prevedere il futuro? Ed è possibile, grazie a questa conoscenza, influenzarne il decorso? Ed è possibile che una popolazione del IV secolo A.C. possedesse le conoscenze necessarie per tutto ciò senza nemmeno un aiutino da parte di un’entità aliena super-evoluta? Per iniziare a darci qualche risposta, ci troviamo in una zona ultrasegreta della Sardegna, uno scavo archeologico nascosto nella proprietà di un noto Presidente del Consiglio italiano (di cui però non possiamo, per motivi di privacy, farvi il nome). Qui con noi è la professoressa Zedda Piras, docente di PaleoUfoCastronologia all’Università del Mentecattì. Ecco, professoressa Piras, che luogo è questo?”

g_01872453 “Beh, si tratta di una piccola necropoli a inumazione di origine fenicia, da poco rinvenuta nel sottosuolo della Villa: sono circa 30 tombe, risalenti al 300 A.C.”

voyager_giacobbo_conduttore

 

“E cosa c’è di così rivoluzionario nelle sepolture di questi fenici?”

 

 

g_01872453“Vede, all’inizio non sembravano esserci stranezze di sorta. Un’analisi più attenta del sito, unita ad una testimonianza antica reinterpretata alla luce di questa scoperta ci ha però fatto sobbalzare.”

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“Come mai, professoressa? Qualche legame con i Templari? Forse anche di qui è passata Maria Maddalena? Un portale dimensionale verso Rennes-Le-Chateau?”

 

g_01872453“No, nulla di tutto ciò. La singolarità di queste sepolture risiede nel fatto che tutti i defunti sono avvolti da manti di porpora: una cosa molto strana per i fenici, che notoriamente rifuggivano (per motivi religiosi) le vesti di tale colore.”

voyager_giacobbo_conduttore

 

“E questo come si spiega, secondo lei?”

 

 

g_01872453“Vede, nel mondo antico c’era una leggenda, riportata pure da Tacito negli Annales, secondo cui sarebbe esistita una piccola cerchia di fenici “resistenti” alla romanizzazione, dei non assimilati; una sorta di enclave anti-sistema, per usare una terminologia moderna. Un gruppo antagonista venato di misticismo, che usava come segno distintivo una tunica color porpora.”

voyager_giacobbo_conduttore

 

“Bene: ma cosa c’è di singolare? Facevano cerchi nel grano?”

 

 

g_01872453

 

“Senta cosa scrive Tacito:

 

In Sardinia homines tradunt fuere […] qui purpureas  vestibant tunicas et contumelias contra illum Divum Silvium   dicere solebant. Cum semper simul stabant, Punici alii Comunistas eos dicebant.

Trad.: “In Sardegna si narra vivessero uomini […] che vestivano tuniche rosse e solevano riempire di calunnie il Divo Silvio. Poichè  stavano  sempre   insieme [tra di loro], gli altri fenici li definivano Comunisti.”

Capisce? Nessuno aveva mai compreso cosa intendesse lo storico latino con l’espressione “illum divum Silvium,” fino ad oggi. Si pensava che il riferimento andasse ad una setta dedita a un culto misterico eccentrico in contrapposizione alla divinità boschiva sarda (in questo senso il termine “divum Silvium” starebbe per “il dio delle selve”). Ma ora, dopo il ritrovamento di questa necropoli, l’esistenza di un gruppo di Comunistes dedito alla distruzione tramite calunnie (contumelias) del Divo Silvio, acquista una nuova e sinistra luce.”

 

voyager_giacobbo_conduttore“Vuol dirci forse che questa setta di Illuminati possedeva una reale capacità divinatoria e che, tramite tale conoscenza esoterica, sia riuscita ad individuare un nemico lontano in un capitalista di oltre 2300 anni dopo?”

 

g_01872453“Non vedo altra spiegazione più ragionevole, caro Giacobbo.”

 

 

voyager_giacobbo_conduttore“Ma è stupefacente! Tutto ciò però, mi consenta professoressa Piras, significherebbe che lei è riuscita a svelare il primo complotto comunista della storia umana!”

 

 

g_01872453“Credo proprio che lei abbia colto nel segno, in effetti. Pensi alla perfida e lucida follia di questo gruppo di mistici visionari: abbiamo motivo di credere che abbiano deciso di togliersi la vita qui e tutti insieme solo allo scopo di poter poi far accusare il loro acerrimo nemico della mancata denuncia alla soprintendenza archeologica della loro stessa sepoltura!”

 

voyager_giacobbo_conduttore“Ah, professoressa, ma questa storia non ha nulla da invidiare a quella dei Maya sulla fine del mondo! Spero ne vorrà trarre un best-seller complottardo da milioni di copie!”

 

g_01872453“Non mancherò, stia sicuro!”

 

 

voyager_giacobbo_conduttore“Bene, ringraziamo la professoressa Piras per le sue preziose informazioni. Cari amici, anche questo puntatone speciale è purtroppo terminato. Speriamo di avervi svelato, con il consueto approccio pragmatico e l’amore per la verità che sempre ci contraddistingue, ancora una volta uno degli occulti segreti della nostra storia . Alla prossima!”

 

sabato 18 luglio 2009

Il polso della situazione

afp_16290516_14580 Arduo dev’essere preparare un servizio su di una non-notizia. Ieri il Papa si è fratturato il polso, un po’ come può capitare a tutti, soprattutto ad una certa età: una menzione sul tg della sera ci poteva stare. Il giorno dopo, invece, cosa resta da dire? Un infortunio fastidioso, una piccola operazione, tutto è andato bene. Mica potrai caricare un evento così banale di nuovo pathos e sofferenza, se non vuoi renderti ridicolo (innanzitutto agli occhi dei fedeli)? Ma se sei il curiale Fabio Zavattaro, vaticanista del tg1, lo puoi (lo devi?) fare.

Ecco l’attacco del suo pezzo di oggi, religiosamente trascrittovi da me medesimo con certosina capziosità.

Da leggersi con tono sommesso e contrito:

(immagini della magione estiva papale)Il giorno dopo l’operazione, papa Benedetto si prepara a imparare a convivere con il polso fasciato: non poter scrivere, non poter suonare il pianoforte. E’ comunque tranquillo, sorridente. (stacco sul mezzobusto del bel Fabio) Ha passato una notte tranquilla, papa Benedetto XVI, qui nella villa a Le Combe, la vedete alle mie spalle. Questa mattina ha fatto colazione, ha celebrato messa. […] Verso l’ora di pranzo la visita del primario che l’ha operato, più per cortesia che per controllo. (stacco sul Primario) Che cosa le ha risposto il Papa quando lei ha detto “bisogna operare”? “Eh, mi ha detto va bene, facciamo quel che c’è da fare. Molto tranquillo, pacifico, senza nessun problema.”

Che aggiungere? Plaudiamo tutti allo straordinario coraggio ed alla calma olimpica che il santo padre ha dimostrato in questa tanto difficile congiuntura della sua vita; gli auguriamo di poter tornare presto a suonare; siamo lieti che questa mattina sia addirittura riuscito a fare colazione.

 

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mercoledì 15 luglio 2009

E’ arrivato lo scudo fiscale

 

Donne, è arrivato lo scudo fiscale! Protegge manigoldi, finanzieri spericolati, caimani da borsa, contrabbandieri incalliti, briatori! Donne è arrivato lo scudo fiscale e il condono! Aggiustiamo i vostri guai col fisco! Ripariamo i bilanci in rosso: abbiamo le pezze per i vostri giochetti fiscali! Se avete espatriato capitali illegalmente noi li ripuliamo, se i vostri soldi sono bloccati in Svizzera noi sblocchiamo i vostri soldi!

(dall’annuncio di oggi del ministro Tremonti)

 

Nell’Italia dove il sole bacia i belli ed il turismo rifiorisce al semplice tocco di maquillage della ministra Brambilla*, dove questa famigerata crisi c’è e non c’è a targhe alterne (quando il governo vara qualche provvedimento c’è, quando qualcuno lamenta l’immobilismo dello stesso allora siamo nel bengodi) e basta un po’ di cerone sul viso per nascondere il rossore d’imbarazzo quando si raccontano le peggio baggianate; nell’Italia di Mastella che si lamenta della diaria troppo esigua al Parlamento Europeo (290 euro, oltre lo stipendio ovviamente) finalmente il buon Giulietto Tremonti, il nuovo Guru dell’Economia, quello che “io l’avevo predetta la crisi in tempi non sospetti e comunque è sempre colpa degli altri principalmente della sinistra truffaldina” ci piazza il suo colpo da maestro, il cavallo di battaglia della sua attività politica,  il provvedimento che in un solo colpo risolleva le imprese e aiuta i poveracci: lo “scudo fiscale”!

Di nuovo? Ancora? Una misura dall’esito incertissimo (tanto che, per sicurezza, questa volta verrà iscritta a bilancio solo per 1 euro di entrate), che già nella sua incarnazione precedente (intorno al 2003, se non erro) aveva raccolto quasi nulla in termini di denari rientrati e molto solo nella percezione che evadere si può, basta avere pazienza? E che ne è del solenne “no more condony” giurato e spergiurato un anno fa? Forse era l’aria rarefatta della campagna elettorale che dava un po’ alla testa…

  

*e intanto scopro sofferente di essere quell’unico italiano su 4 che resterà a casa.

lunedì 13 luglio 2009

Diamoci un taglio

dussack Quando cerco di immaginare quale possa essere il livello zero di un ragionamento che possa definirsi umano, sempre prodigo mi giunge l’aiuto del buon Calderoli –che se è stato nominato ministro alla Semplificazione, una qualche attitudine a semplificare la dovrà pur possedere. E’ così facile ragionare alla Calderoli. Combattere la violenza sulle donne? E che ci vuole? Basta una pillolina al violentatore di turno: voilà, eccolo ammansito e docile. Così tutti vissero felici e contenti.

Ho i miei dubbi che la cosiddetta “castrazione chimica” possa avere un effettivo valore preventivo di deterrenza: come nel caso della pena di morte, interviene ex-post e colpisce persone che verosimilmente mai avrebbero pensato di potersi spingere a tal segno oppure, come sembra nel caso di specie dello “stupratore seriale” di Roma, incapaci di frenarsi a causa di gravi problemi mentali.

Debbo però ammettere che la soluzione può avere un certo fascino (perverso, a dirla tutta): la pratica non è cruenta, idealmente è come prendere la pasticca della pressione. Quante persone ogni giorno prendono una pasticca “per stare bene”? E che sarà mai? Ma…e se uno non la volesse, la pillolina? Se gli facesse male –perchè, come qualsiasi farmaco, si porta dietro effetti collaterali e diversi rischi? Possiamo obbligarlo? Vogliamo obbligarlo?

Prima di rispondere, leggiamoci l’articolo  32 della Costituzione:

Art. 32.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Faccio anche notare che una risposta di questo genere, per quanto lieve possa apparire il castigo inflitto, non è molto diversa da quella di stabilire che van mozzate le mani ai ladri:  stiamo comunque parlando di una grave menomazione fisica inflitta dallo stato ad un individuo (oramai) inerme.

 

I miei clandestini sono più cattivi dei tuoi

La falsità al potere, l'opportunismo in carrozza.

domenica 12 luglio 2009

La mia iscrizione al PD

Volli, fortissimamente volli

(un impegno in punta di piedi)

Sebbene il PD abbia fatto di tutto per impedirmelo, questa sera io comunque mi sono iscritto. Ci sono voluti più di una settimana di appostamenti davanti alla sede locale, che perdurava indifferente a sbattermi sul grugno la sua porta chiusa; due mail per l’adesione on-line, bellamente ignorate; disperati tentativi alla ricerca di uno straccio di recapito dei coordinatori. Quando ormai ero quasi deciso ad assumere un investigatore privato che scovasse il domicilio dei responsabili democrats comunali –o che, per lo meno, facesse gli appostamenti per conto mio- una qualche dinamo sferragliante nel mio cervello deve essere riuscita ad accendere la luce dell’Idea. Un’idea invero banale, ma strategicamente vincente: lasciando strada  alle ragioni della panza vuota, ordinare costa e salsiccia alla Festa dell’Unità. Si dà il caso, difatti, che la ragazza alla cassa fosse in possesso del giusto contatto. Nell’arco di 24 ore, satollo e pieno di grassi animali, eccomi così in compagnia dell’agognata tessera.

Vi chiederete il perchè di tutta questa foga improvvisa: gli è che il regolamento per l’elezione del segretario del Pd è una costruzione barocca di cui nemmeno gli estensori han compreso i meccanismi, in cui spiccano una serie di limitazioni ed ostacoli per la presentazione delle candidature. Tra le altre cose, viene sancito che le primarie (con cui avverrà l’elezione vera e propria, aperte a tutti) saranno precedute da una sorta di “scrematura” dei candidati fatta al famigerato Congressone di ottobre e che ogni aspirante alla segreteria dovrà giungere in quel consesso con un tot di firme di iscritti (5% del totale in ogni circoscrizione elettorale? 15% nazionale? 2000 firme? Boh…). In soldoni, ci vogliono le firme di un certo numero degli aderenti censiti alla data del 21 luglio. Se voglio sostenere qualcuno, devo dunque essere iscritto per quella data. Ecco: scusate la prolissità, spero abbiate capito.

Resta ancora la domanda che vi serpeggia in mente da qualche riga: beh, ma chi sostieni? Giusto, ora rispondo. Fino a sabato 11 luglio il mio candidato sarebbe stato Ignazio Marino. Dopo la sparata di ieri ed in attesa di vedere il programma elettorale mi riservo la decisione, anche se la propensione rimane sempre la medesima. Spero che il senatore Marino abbia chiaro che, se vuole concorrere per una carica così importante, non può rilasciare dichiarazioni in libertà, senza pensarci su mille volte (anche perchè la questione morale nel Pd esiste, ma è altra cosa).

 

venerdì 10 luglio 2009

Cartapesta

Bisogna ammettere che, dal punto di vista mediatico, questo G8 (o G7+1, G8+G5, G14, G alla –6 con riporto di 1) è un bel successo. Nel più puro stile Mediaset. Un Grande Fratello pieno di strette di mano, foto di gruppo, cene pantagrueliche, momenti di commozione spiccia tra le macerie, attori e politici che sfilano tra la gente. La cosa più vera che ho visto è stata la tenda di Gheddafi.

19Grande anche l’effetto scenografico delle macchinine elettriche guidate da avvenenti fanciulle, hostess che indossavano le divise della Guardia di Finanza (ah, erano davvero della Finanza? ma le selezioni per entrare nel Corpo le fa papi? e se hai la panza e la barba?).

In concreto cosa hanno deciso questi governanti? Secondo Rai1 Rai2, reti entusiasticamente prestate all’agiografia del padrone di casa (che dovrebbe essere il Governo italiano, ma in realtà è il maitre di Palazzo Grazioli), ogni momento ed ogni incontro hanno partorito epocali risposte ai problemi mondiali. Cose tipo: basta con l’economia immorale, quanto è cattivo l’Iran, come è buona la pasta tricolore.

Si sarebbero decisi, tra le altre cose, 20 miliardi di dollari di aiuti contro la fame nel mondo: naturalmente spalmati in tre anni (e ci saranno almeno altri 3 vertici per cambiare idea). Certo fa un po’ specie che a dare l’annuncio dell’annuncio di questo potente stanziamento sia proprio colui che è stato accusato, l’altro giorno, di non aver onorato analoghi impegni pregressi.

Insomma, fino ad ora tanto fumo: per l’arrosto si vedrà.

 

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lunedì 6 luglio 2009

Reality da g8

Lasciamo da parte la figuraccia in diretta mondiale che ci farebbe il paese ospitante (cioè noi), se durante l’ennesima scossa cadesse anche solo un po’ di intonaco sulla giacca di Obama e soci, dopo che per motivi poco chiari (girare i soldi del g8 alla ricostruzione de l’Aquila? Pavoneggiarsi per come ha “risolto” l’emergenza?) il nostro Conducator ha trasferito un vertice mondiale già bell’e pronto  in una zona appena martoriata da un terremoto devastante. Ecco, lasciato da parte tutto ciò (che pure meriterebbe un approfondimento), mi domando: nel caso questa nuova scossa ponesse in pericolo la vita degli abruzzesi, verso chi sarebbe rivolto il massimo dispiegamento di uomini e mezzi? A meno che il sagace Silvio non avesse già previsto tutto e questo non sia altro che un nuovo reality Vip di Mediaset, in cantiere per l’autunno: 8 capi di stato rinchiusi nella caserma di Coppito in balia delle forze della natura. Il titolo potrebbe essere una cosa tipo “Survivors: the Presidents Edition”. Boom di ascolti garantito.

 

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venerdì 3 luglio 2009

Tutta una farsa?

 

Con la consueta sicumera, Bobo Maroni precisa che il reato di clandestinità non è retroattivo:

"Qualsiasi studente del primo anno di giurisprudenza - sottolinea Maroni - sa bene che la legge penale non ha effetto retroattivo, pertanto il reato di immigrazione clandestina non si può applicare a chi è già entrato in Italia anche se irregolarmente. Di conseguenza nessuna colf e badante già in Italia, ripeto anche se entrata irregolarmente, sarà espulsa. Quelle della sinistra sono dunque falsità".

Due cose:

1. mi risulta che chi è in Italia come irregolare dovrebbe essere espulso anche secondo le normative vigenti (altrimenti che ci fanno tutti i poveretti stipati a Lampedusa?)

2. come si potrà, di grazia, dimostrare che il clandestino fermato è giunto in Italia dopo l’approvazione della legge? Si valuta la conoscenza del dialetto locale? Gli si intima di cucinare una cotoletta alla milanese? Si fa la prova della cadrega?

Se ho scritto delle fesserie, spiegatemi meglio.

 

giovedì 2 luglio 2009

Il paese in cui viviamo (italiani brava gente)

Passerà oggi al Senato il provvedimento porcheria sulla (finta) “Sicurezza”; naturalmente col voto di fiducia, perchè puzza talmente che persino qualche fedelissimo di papi potrebbe avere la tentazione di turarsi il naso e non votarlo.

Tra gli altri orrori, di cui già ho scritto, spicca questa bestialità, come riportato da tgcom (ho scelto una testata “imparziale”, per evitare accuse di strumentalizzazioni):

Adottabili i figli delle clandestine
Per accedere ai pubblici esercizi gli stranieri dovranno esibire il permesso di soggiorno (tranne che per l'iscrizione dei figli alla scuola dell'obbligo). Altrimenti, essendo la clandestinità un reato, scatterà l'obbligo della denuncia. Le madri irregolari non potranno iscrivere i propri figli all'anagrafe e quelle sprovviste di passaporto non potranno neanche riconoscerli rendendoli così subito adottabili.

Così, tra il serio ed il faceto, si strappano i figli alle madri. Oppure si costringono le stesse madri a denunciarsi come irregolari (e quindi a farsi rinchiudere nei centri di detenzione permanenza temporanea) per poter riconoscere il proprio figlio.

Complimenti vivissimi…