lunedì 31 agosto 2009

Silvietto, Ghedino e la marmellata

Le belle fiabe di una volta

libro-fiabeQuello che segue è un apologo della tradizione orale, tramandato di generazione in generazione nelle paludi del Nord Est. Qualsiasi riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente casuale.  In conformità alle nuove disposizioni Bossiane sulla necessità di promuovere le lingue locali, si è scelto di far parlare uno dei personaggi in dialetto veneto.

 

Silvietto e Ghedino, 12 anni, sono amici per la pelle. Insieme formano una coppia strepitosa: Silvietto è una miniera di scherzi, barzellette e marachelle; Ghedino è la spalla ideale, sempre pronto a coprire l’amico e con una faccia di bronzo senza eguali quando si deve inventare le più arzigogolate fregnacce pur di salvare Silvietto. Questa volta, però, il simpatico Silvietto l’ha fatta davvero grossa: la mamma l’ha trovato con la testa infilata nella credenza e le mani nel vasetto della marmellata. Naturalmente con lui c’è anche Ghedino, che gli offre la schiena come sgabello per issarsi fino alla credenza.

“Silvietto” – esordisce la mamma- “cosa fai con le dita nel vasetto?”

“Cribbio…ehm, io? Quale vasetto, cara madre?”

“Quello che Ghedino tiene nascosto dietro la schiena!”

“Ah, sì! Vedi, mamma, ho appena scoperto che qualcuno ha aperto questo vasetto e si è mangiato la marmellata!”

“Sì, caro: sei stato tu.”

A questo punto, interviene sollecito Ghedino:

La me permeta, signora: queste son acuse gravi, fate su base puramente indisiaria! Ela no gà prove, ciò!”

“Ghedino, non intrometterti sempre!”, sbotta la mamma. “Ma se lo vedo con i miei occhi che avete rubato la marmellata!”

“Beh, ela podarà dir che gavemo el vaseto in man, ma no che gavemo anca magnà la marmelata!”

“E quel baffo che Silvietto ha sopra il labbro? Cos’è?”

“Eh, el gaveva magnà marmelata a casa mia, prima!”

“Ma Ghedino, ti rendi conto che stai negando l’evidenza?”

“Ma va là, va là! Questa szè difamasiòn! La denuncio a me pare! E Silvieto la denunciarà al suo!”

A questo punto interviene Silvietto:

”Egregia madre, vedo con dispiacere che anche tu sei caduta nel tranello teso da Eziomauro, il figlio ficcanaso dei vicini. Devo forse farti presente, mamma, che Eziomauro è attualmente in punizione per aver rifiutato una caramella alla sua piccola sorellina?”

“Scusa, Silvietto, ma questo che c’entra? A parte che Eziomauro non ha rubato la marmellata nella mia credenza, cosa cambia la sua punizione? Se dice la verità, non devo prestargli ascolto?”

Eh no, cara signora,” irrompe pronto Ghedino, “no la vorà mica crederghe a uno come Esiomauro? Che credibilità pol gaver, con quel che gà fato a la sorela?”

“Beh, posso almeno credere a quel che vedo?”

Ma cara signora, mi no so cossa la gà visto ea, ma ricordo cossa go visto mi ieri, quando la gà annacquà el vin de so marìo. E se sò marìo lo vien a saver…”

“Ghedino, non vorrai mica ricattarmi?”

“Cribbio, Ghedino, mi dissocio da queste tue parole! Quello che uno fa nella privacy della sua cucina è sacro! Nessuno può ficcare il naso negli affari privati di altri componenti della famiglia! Noi faremo finta di non aver visto nulla ieri sera, vero Ghedino?”

“Certo, Silvieto. Anca se mi gò fato anca la foto…”

“Dunque, mamma cara: di cosa stavamo parlando?”

“Niente, Silvietto. Volevo dirti di stare attento, nella privacy della cucina, a non mangiare troppa marmellata, altrimenti poi fai indigestione.”

“Marmellata? Quale marmellata?”

 

 

Le prossime fiabe:

-Silvietto, Ghedino e la malafemmina

-Silvietto e Ghedino divisi al festino

venerdì 28 agosto 2009

Crociati al pesto

pesto Carissimi, d’ora in poi fate attenzione ai nuovi Crociati al pesto: se pensavate che i siluri de “la Padania” al Vaticano fossero l’anticamera di un divorzio clamoroso, vi sbagliavate. Ci pensano Bossi e Zaia a farsi riannettere in pompa magna nella schiera dei difensori delle nostre tradizioni minacciate dai perfidi beduini: il primo con un’intervista a Repubblica in cui sostiene di trovare normali le critiche ecclesiastiche a Silviuccio, il secondo con bellicosi proclami al meeting di Cl:

"Noi ci riteniamo gli avamposti nella trincea della Chiesa: potremmo dire che siamo i nuovi crociati. Siamo coloro che vanno a difendere tutte quelle idee che spesso qualcuno, magari, si vergogna di difendere".

Certe idee, in effetti, mi vergognerei di difenderle. Lascio dunque volentieri al ministro Zaia il compito di sognare il momento in cui il verde vessillo dei minchiopadani garrirà al vento d’Oriente in quel di San Giovanni d’Acri, mentre il Va’ Pensiero in salsa trevigiana riscalderà il cuore dei crociati padani di guardia alle porte della città. Quanto a me, spero per allora di aver già tolto il disturbo.

giovedì 27 agosto 2009

Dire qualcosa (appena appena) di sinistra

ansa_16565535_01020 Può darsi sia stata la necessità di accaparrarsi i favori del pubblico (magari in vista di una futura candidatura a Segretario del PD, data la persistente virile vigoria del Priapo di Palazzo Chigi), ma questo Fini qui pare il gemello sveglio di quello che ha firmato la legge Bossi-Fini sull’immigrazione (tuttora in vigore, purtroppo):

"In tutte le lingue europee [patria] significa terra dei padri. Ma oggi cosa diciamo ai figli nati qui che hanno genitori nati altrove e vestono le maglie delle nostre nazionali, come Balotelli o i giovani campioni juniores di cricket?". Non sono italiani anche loro? E non sono esseri umani quelli che muoiono nel Mediterraneo o riescono ad arrivare stremati sulle nostre coste? Le risposte della Lega a queste domande "sono superficiali, propagandistiche e vagamente razziste".

E le parole sul Testamento Biologico?

"Non si tratta di favorire la morte, ma di prendete atto dell'impossibilità di impedirla". E "senza fare crociate contro i cattolici" se qualcuno pensa che "decide il Vaticano e non il Parlamento, io, Costituzione alla mano, dico no".

Ve lo immaginate un leader Pd che dice queste cose? Sarebbe accoltellato seduta-stante da Paola Binetti. Quest’apertura verso una rivisitazione del papocchio partorito al Senato sul fine-vita dovrebbe essere colto al balzo dall’opposizione: finalmente, sotto un ombrello abbastanza forte quale quello offerto da Fini, molti del PDL potrebbero spendersi per una legge più umana.

mercoledì 26 agosto 2009

Dei miracoli

 

Eccellentissimo Mr. God,

non Vi sembri inopportuno il mio ardire nel contattarVi direttamente (se ho peccato di superbia, fatemelo sapere tramite qualche presule: digiunerò in preghiera), ma ho ormai presa quest’abitudine di rivolgermi direttamente alle divinità, visto che con gli uomini i risultati sono scarsi. Vi scrivo dunque in relazione alla vicenda della signora che, durante il suo pellegrinaggio a Lourdes, avete recentemente guarita dalla SLA: naturalmente sono molto ammirato e felice per il lieto evento e per le circostanze in cui esso è maturato. Permettemi, però, Vostra divinità, un umile appunto al riguardo: certamente sostenere il criterio del merito è fondamentale in ogni campo della nostra società alla deriva e così è molto magnanimo da parte Vostra assecondare i lodevoli sforzi del nostro governo in questo senso. Ma siete sicuro di non manifestare, in quest’ambito specifico della vostra pur lodevole attività, una certa qual ritrosia poco giustificata, un braccino corto che per nulla si confà alla vostra nomea di Misericordioso? So già cosa obietterete: le vie del Signore sono infinite, solo chi si abbandona completamente a me potrà avere la Salvezza. Tutto giusto, tutto addirittura sacrosanto. Ma ditemi, allora: possibile che in quell’infornata di pellegrini lì, per esempio, solamente una persona meritasse il miracolo? E gli altri, poverelli? Erano tutti poco convinti? Sotto sotto nutrivano dei dubbi? E’ mai possibile che valgano solo i meriti di fede? Se uno vive come San Francesco o passa le sue giornate a sanare le piaghe dei mendicanti è meno virtuoso? Sono perplesso, my God. Creare dei fedeli di serie A e dei fedeli di serie B non mi sembra rispettoso di questo impasto di terra e sputo che siamo in fondo noi mortali.

Con immutata stima,

Andrea

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domenica 23 agosto 2009

Colabrodo

Un estratto del sermone domenicale di Scalfari, con alcune considerazioni essenziali  per capire l’incapacità della Lega ad effettuare una seria politica sull’immigrazione:

 

[…]Ma esistono altresì responsabilità generali, al di là del caso specifico. Le ha elencate con estrema chiarezza il proprietario di un peschereccio di Mazara del Vallo da noi intervistato ieri.
Perché i pescherecci che avvistano barche di migranti in difficoltà non intervengono? Risposta: se sono in difficoltà superabili, intervengono, forniscono viveri acqua e coperte, indicano la rotta. Se sono in difficoltà gravi, li segnalano alle autorità italiane.
Segnalano sempre? Risposta: non sempre.
Perché non sempre? Risposta: se imbarchiamo i migranti sui nostri pescherecci rischiamo di perdere giorni e settimane di lavoro. Noi siamo in mare per pescare. Con gli immigrati a bordo il lavoro è impossibile.
Non siete risarciti dallo Stato? Risposta: no, per il mancato nostro lavoro non siamo risarciti.
Ci sono altre ragioni che vi scoraggiano? Risposta: chi prende a bordo clandestini e li porta a terra rischia di essere processato per favoreggiamento al reato di clandestinità. Temono di esserlo, perciò molti chiudono gli occhi e evitano di immischiarsi.
Se li portate a Malta che succede? Risposta: peggio ancora, ci sequestrano la barca per mesi e ci tolgono l'autorizzazione a pescare nelle loro acque.
Questi sono i risultati di una legge sciagurata, salutata non solo dalla Lega ma dall'intero centrodestra come un successo, una guerra vittoriosa contro le invasioni barbariche.


Questa legge dovrebbe essere abrogata perché indegna di un paese civile. Nel frattempo gli immigrati entrano a frotte dai valichi dell'Est. Non arrivano per mare ma in pullman, in automobile, in aereo, in ferrovia e anche a piedi. Alimentano il lavoro regolare e quello nero in tutta la Padania e non soltanto. I famigerati rom e i famigerati romeni vengono via terra e non via mare. La vostra legge non solo è indecente ma è contemporaneamente un colabrodo.

 

Purtroppo i lettori de “Il Giornale” e i telespettatori del TG1 non potranno mai leggere o sentire cose di questo tenore.

Tutto è bene quel che finisce

Bene, finalmente c’è un vincitore per questo superfantajackpot. Dice che sarebbe un quarantenne, single, di bell’aspetto: praticamente un annuncio da agenzia matrimoniale. Ora dalla Germania organizzeranno dei charter pieni di teutoniche cacciatrici di dote? Faranno un reality con questo nuovo scapolo d’oro? Ci saranno tante noemiletizie a bussare alla sua porta? Ma soprattutto: il fisco riuscirà ad individuarlo?

sabato 22 agosto 2009

Le radici cristiane? Ormai rinsecchite

screenshot.1 Dal suo pessimo punto di vista, Bossi ha tutto il diritto di criticare la CEI che lamenta la demagogia e la fredda indifferenza (quando non il malcelato orgoglio) con cui chi ci governa ha accolto la notizia dei migranti morti al largo delle nostre coste, abbandonati al loro destino da una politica scriteriata.

Ancora mi mancano le reazioni sdegnate dei vari difensori “a prescindere” delle dichiarazioni d’Oltretevere: dov’è il curiale Bondi? E Gasparri? Ribaltando l’accusa spesso rivolta al centrosinistra, dovrebbero tuonare, perchè il buon Umberto sta attentando alla libertà religiosa, al diritto della Chiesa di dire la sua.  Invece, silenzio. La morale è ovvia: tutti vogliono andare con la Chiesa, ma solo finchè fa comodo.

Intanto i poveretti salvati nel canale di Sicilia (zona in cui si fa la guerra allo scaricabarile, con Malta in prima fila) dovranno essere incriminati per immigrazione clandestina.

giovedì 20 agosto 2009

Spuntini V

  1. Forse la farsa estiva del Super Enalotto sta per trovare la sua ingloriosa fine? Difatti pare che il trend delle giocate sia in calando. Vuoi vedere che, casualmente, la prossima estrazione decreterà un vincitore?        
  2. Alla fine del secolo decimonono (cento anni fa, mica millenni), il bagno al mare si faceva conciate così:

    1875

    Fatti salvi eventuali problemi igienici, perchè strapparsi le vesti se qualcuno vuole immergersi con un abbigliamento molto simile?

    Burquini

    Il fatto che sembrino dei Power Rangers e possano parer ridicole è un affare di gusto personale (altrimenti dovremmo vietare anche a Lapo Elkann di girare indisturbato).

     

  3. Fosse per me, l’Ora di Religione sarebbe già morta e sepolta (basta il catechismo), ma mi accontenterei che diventasse un’ora obbligatoria di Storia delle religioni con un insegnante laico, nominato dal Ministero e non appaltato alla Curia. Come male minore, se dobbiamo mantenere lo status quo diventa necessario stabilire che anche chi non frequenta l’Ora di Religione deve rimanere a scuola e ricevere un insegnamento sostitutivo, da cui ottenere gli stessi crediti garantiti ai suoi compagni: in tale maniera si risolverebbe la questione dell’insegnante di religione agli scrutini senza danneggiare nessuno.

Update: in questo post c’è un errore di valutazione. Devo fare meno previsioni e ricordarmi di rifiutare qualsiasi impiego come meteorologo.

giovedì 13 agosto 2009

Vacanze aquilane

Dichiarava Silvio, l’uomo che non mente mai, qualche tempo fa:

“in agosto prenderò casa a L'Aquila, per seguire personalmente i lavori della ricostruzione (leggasi piano C.A.S.E.) perché l'occhio del padrone ingrassa il cavallo"

Naturalmente era una panzana. Qualcuno ora comincia a chiedergliene conto: una vittima del terremoto ha chiesto ufficialmente di essere ospitata a Villa Certosa, come promesso nei giorni lontani della commozione. Non è noto se abbia ottenuto risposta.

Frattanto, da alcuni blog di aquilani coraggiosi, i ragguagli sulla situazione sono poco rassicuranti:

Miss Kappa

Terremoto: dove gli altri non arrivano

Dopo un sisma del genere, ci si aspetta che un Governo faccia tutto il possibile per la popolazione: in questo non c’è nessun miracolo, nessuna eccezionalità. Andare accanto alle rovine per fare il gradasso ed incensare la propria capacità di azione è patetico e megalomane. Anche il cavallo, se il padrone lo ingozza, ci resta secco.

mercoledì 12 agosto 2009

Il caldo dà alla testa

6_1_01 Autostrada a4, pomeriggio estivo, direzione Venezia: sullo specchietto retrovisore si staglia la grigia figura di uno scintillante carro funebre Mercedes (di quelli lussuosi oggi in voga) in corsia di sorpasso. Avanza veloce, mi passa accanto e corre via ad oltre 140 orari, vuoto.

Primo pensiero della mia mente ingenua:

che fretta c’era?

Secondo pensiero della mia mente bacata:

è proprio vero che la morte non aspetta…

lunedì 10 agosto 2009

Banalità in abito da sera

cesare2 Nell’ingessato panorama della stampa di casa nostra (dove i direttori dei giornali si danno la turnazione con eterni ritorni di stampo vichiano), resiste da decenni (almeno dai primi anni novanta, per ciò che rammento) un mistero doloroso del lunedì, relegato ai margini della prima pagina del Corriere. Questo mistero è la rubrica di Francesco Alberoni, “Pubblico e Privato” (ma forse sarebbe da rinominare “Banalità in abito da sera”): concentrato di frasi fatte e pensierini da prima elementare tale che potrei pure scriverlo io stesso.*

Per esempio, oggi:

“Non serve eliminare il rivale per meritare il suo posto”

Leggere oltre non serve mai: tutto è già contenuto nel titolo. Nel pezzo ci sarà spazio per una massima apodittica appena appena più sviluppata, con il corredo di alcuni esempi tratti dall’esperienza personale dell’autore (sempre del tenore “Conoscevo un tale che…”; “un’amica di mia madre diceva sempre che…”) e la chiusa finale che rimarca il concetto. Davvero, tutto sempre così.

Unica sottigliezza (apparente): la rubrica dal nome strabico deve permettere una lettura bifronte. Alberoni ci parla del Privato per insegnarci ciò che è buono in Pubblico e viceversa. Ecco allora la chiusa, rapido tuffo nelle vicende della morente Repubblica romana alla metà del I secolo a.C.:

L'errore è sempre lo stesso, pensare che l'ostacolo sia rappresentato da una perso­na, da un rivale, senza domandarti se l'al­tro ti vuole, se sei all'altezza, se meriti il posto a cui ambisci. Nei concorsi universi­tari molti perdono molto più tempo in in­trighi e acrobazie per ingraziarsi i poten­ziali commissari, che a studiare, a fare ri­cerche di valore, o scrivere opere impor­tanti che vengono apprezzate da tutti.

Ma il caso più famoso della storia è quello dei congiurati che hanno assassina­to Cesare. Erano tutte persone di grande ingegno. Pensiamo che oltre a Bruto e Cas­sio, fra loro c'era addirittura Cicerone. Erano ossessionati da Cesare, non pensa­vano altro che a farlo sparire. Ma non ave­vano la benché minima idea di che cosa avrebbero fatto dopo. Morto Cesare, men­tre il popolo angosciato urlava nelle stra­de, sono stati presi dal panico e sono scap­pati sul Campidoglio! E Antonio ha preso il potere.

Insomma attenti, amici Democratici: a Silvio non c’è alternativa. Caduto lui, dobbiamo aspettarci il terrore, un vuoto di potere ed un novello Antonio a “ristabilire l’ordine”.** Quindi meglio Silvio Re nei secoli dei secoli (chè, per rimanere in tema, non ce lo vedo molto Berlusconi nei panni di Silla). Lettura dei fatti alquanto terra terra –come, appunto, nello stile della casa- e piuttosto deprimente. Fortunatamente il corpo di Giulio Cesare è stato cremato, altrimenti sai che capriole si faceva adesso, nel suo sepolcro.

* prontamente la nostra redazione ha avviato già promettenti contatti con l’esimio studioso, ai fini di una collaborazione anche su PaleoZotico

** che poi dopo è arrivato pure Augusto, ma non sottilizziamo

martedì 4 agosto 2009

I pesci piccoli

no vu cumprà I cosiddetti vu’ cumpra’, i venditori di “cocco, cocco bello”, i massaggiatori abusivi sono pericolosi per la sicurezza? Sanno essere molto fastidiosi (come i rappresentanti porta a porta e gli assicuratori, del resto), mentre costretti al supplizio di Sisifo si trascinano  sudando sotto il sole chili di mercanzia orrenda –e spesso ho visto fior di mentecatti che, morbidamente adagiati sui loro triclini balneari, fingevano interesse per tale mercanzia solo per passarsi una mezz’ora prendendo in giro i poveri venditori e facendo la ruota con gli amici.

Ma sono pericolosi? Attentano alla nostra sicurezza? A sentire la nuova presidentessa della provincia di Venezia (contemporaneamente sindaco di San Donà di Piave: potrà mai fare bene entrambe le cose? Ai posteri…), la leghista Zaccariotto, questa situazione richiede addirittura la polizia provinciale (di solito occupata in controllo di caccia e pesca): pattuglie miste affiancano, da ieri, i vigili urbani sulle nostre spiagge (solo questi ultimi possono effettuare contravvenzioni). Frattanto, a Venezia dovrebbe giungere l’esercito per tutelare il decoro cittadino e mettere in fuga gli abusivi: come sempre, la politica tremontiana delle risorse a costo zero. Ma allora perchè non mandare i militari a fare le badanti? Sarebbe un bel risparmio per le famiglie: “Caporale Capuozzo, mi porge gentilmente il pappagallo? Ah, la minestra la sali un po’ di più, per favore: ieri era troppo sciapa…”

 

P.S.: Mi domando sempre perchè mai, invece di andare a caccia di queste persone in spiaggia, non si cerchi di prendere chi li sfrutta e fornisce loro la merce: non credo sia impossibile. Questo sarebbe utile per la “sicurezza”, no?

domenica 2 agosto 2009

Misericordia

Un aborto è un aborto. La legge 194 ne disciplina la pratica ormai da 30 anni: in generale ha funzionato, visto che il numero di interruzioni di gravidanza è in costante calo e migliora invece la salute delle donne nel nostro paese. Immagino che la scelta di abortire sia un dramma enorme, per una persona; dubito sia presa a cuor leggero (ovviamente ci saranno le eccezioni: ma sono appunto eventi eccezionali e non si può pretendere che una legge normi il singolo caso). Il dibattito sulla liceità morale dell’aborto può pure essere accettabile, se si evita di condannare con la stigma dell’assassino chi ricorre a tale pratica. Per quanto mi riguarda, penso sia profondamente ingiusto costringere una donna  a portare avanti una gravidanza se non lo vuole; diversamente, è criminale costringere una donna ad abortire contro il suo volere.  Quindi se Buttiglione vuole condannare l’interruzione di gravidanza come metodo di controllo demografico, non ci vedo nulla di male e lo appoggio pure.

Mi sconcerta, invece, il polverone che la Chiesa fa sulla pillola abortiva ru486: le argomentazioni sono capziose, le minacce di nuove apocalissi morali sembrano non tenere conto della legge 194. Qui non si tratta di stabilire nuovamente se l’aborto debba essere legale o meno: si tratta semplicemente (e immagino quanto questo avverbio farebbe roteare gli occhi sconsolati del cardinal Bagnasco) di utilizzare un metodo alternativo e meno cruento per realizzare un intervento medico legale. Plaudiamo quando la chirurgia escogita metodiche meno invasive per il trattamento dei tumori; plaudiamo quando un nuovo farmaco evita di dover scoperchiare le pance (oggi, ad esempio, difficilmente si viene operati a causa di un’ulcera gastrica). Non c’è alcun valore conoscitivo o morale in una sofferenza che può essere evitata; il compito precipuo di qualsiasi medico che si rispetti è di evitare al paziente il dolore fisico e di minimizzargli i rischi quando opera su di lui. Mi rifiuto di credere che abortire sia meno penoso solo perchè non si subisce un raschiamento chirurgico.

sabato 1 agosto 2009

Bari Capitale

 

Dal sito di Internazionale, la traduzione di un editoriale del Financial Times molto conciso, ma altrettanto esaustivo, sui problemi del nostro Paese:

L’attacco del Financial Times

I fatti di Puglia, con il coinvolgimento della coalizione di centrosinistra nella solita gestione clientelare della sanità, confermano che la corruzione va dove sono i soldini e non si cura dei concetti di destra o sinistra, ma si sviluppa quando il ceto politico è scelto badando solamente al bacino collettore di voti che il singolo candidato ha in dote e le connivenze non sono estirpate alla radice.

Io mi aspetto che il Pd prenda una posizione netta sulla questione; gradieri pure che il senatore Tedesco si dimettesse: non perchè lo abbia già giudicato (per quanto…), ma perchè è chiaro che la sua permanenza a Palazzo Madama non è più opportuna.