martedì 27 febbraio 2007

Saggi Improbabili


Esce oggi, per i tipi di "Edizioni Farlocche", il nuovo libro sul giardinaggio di Romano Prodi, dall'evocativo titolo:


Come Potare l'Ulivo:
teorie e tecniche per evitare le Rifondazioni e sfrondare i Cespugli


L'Autore, apprezzato uomo politico e oggi (ancora) Presidente del Consiglio, si lascia cogliere, in questo saggio arguto, nella sua dimensione privata di esperto nella cura delle piante. I suoi consigli ci seguono passo passo, dalla scelta del miglior periodo dell'anno per iniziare la potatura a valutazioni sulla tenuta della maggioranza dei rami da lasciare intatti. Molto utile, poi, il capitolo finale che riporta i "12 Punti" per rilanciare le fronde sofferenti di quelle piante ormai logorate dalle intemperie dei mesi invernali.
Chiude il volume la meditata Postfazione di Pierferdy Casini, "Potature Proporzionali".


domenica 25 febbraio 2007

Pessimismi Domenicali

Ora che la tempesta si sta esaurendo, spero vivamente che l'accaduto suggerisca alla Maggioranza(?) di adoperarsi, in vista del prossimo tracollo, a realizzare una Legge Elettorale quantomeno decente -di più non è lecito attendersi- per garantire la stabilità necessaria ad un Governo con qualche idea (quale questo mi pare essere, peraltro).
Leggo di avvicinamenti al Modello Proporzionale alla Tedesca, che accontenterebbero l'UDC (tanto per cambiare, anche l'altra volta il Polo dovette accontentare l'UDC...e nacque la porcheria di Calderoli): per il poco che ne capisco, preferirei un Maggioritario col Doppio Turno -che dovrebbe comunque ridimensionare i "cespugli" dei due schieramenti.

Temo che la Legislatura attuale sia già incamminata verso il Tramonto: laggiù ci aspetta, felice e con le fauci spalancate, il buon vecchio Silvio.
Pazienza...

giovedì 22 febbraio 2007

Cronaca di una Morte Annunciata

Questa è la storia di un Piccolo Elettore di centro-sinistra: uno a Sinistra quel tanto da non riconoscersi nella Margherita, ma non abbastanza da ritrovarsi nel modus operandi di Rifondazione. Uno che voterebbe i DS, se ancora ci fossero.
Dopo aver sofferto in silenzio durante gli scintillanti 5 anni di scempio di Costituzione e decenza da parte del Piccolo-Uomo-Dalla-Folta-Ricrescita e aver offerto in voto i litri di HCl che in tale periodo gli avevano grattato via la mucosa gastrica, il nostro Elettore si accorse che il vento pareva cambiato. Perfino in Italia sembrava ci si stesse accorgendo che -forse- era ora di disarcionare il Giove Ottimo Massimo che si credeva invincibile.
Quando ci furono le Primarie del Centro-Sinistra, il Piccolo Elettore si recò baldanzoso a testimoniare la sua presenza, fiducioso che finalmente -designando un candidato alla guida della Coalizione- si sarebbero evitate le usuali "zappate sui piedi" che fino ad allora erano sempre costate vagonate di voti. Tutto benissimo: alta partecipazione, vittoria netta del candidato favorito. Financo la nuova Legge elettorale, il "Porcatellum" Calderoliano, prodotta in extremis da una Maggioranza Polista in piena agonia con il solo scopo di mantenere a sè PierFerdy UDCasini e chiaramente concepita a Monaco durante la Festa della Birra, pareva non poter nulla contro questo vento nuovo...
Però... però, quando si entrò in Campagna Elettorale, il Piccolo Elettore avvertì, chiarissimo, il rumore di una prima zappata: invece di condurre la campagna sui fallimenti del Governo uscente, attaccando su tutti i fronti possibili, il Centro-Sinistra cominciò litigando al suo interno sulla Tassa di Successione. Un argomento di importanza marginale per quasi tutti gli ipotetici elettori dell'Unione, con un possibile riflesso limitato nel migliorare i Conti Pubblici se reintrodotta, ma su cui Le Menti della Sinistra si arrovellarono senza trovare un punto di incontro: "La reintroduciamo, ma solo per i grandi patrimoni! Sì, ma quanto grandi? Tanti Milioni di Euro! Sì, ma quanti? Tanti!"
Naturalmente, non parve vero, a Destra, di poter mettere all'angolo l'avversario in maniera così agevole: "Ecco quelli che ce l'hanno coi ricchi, già vogliono aggiungere tasse! E poi, non si mettono d'accordo nemmeno su quello..." Da qui fu tutta una battaglia in difesa, condotta come se il governo degli ultimi 5 anni fosse stato del Centro-Sinistra.
Poi il Piccolo Elettore assistette ai "Faccia a Faccia" in Tv, in uno studio candido come il Paradiso degli spot Lavazza: e lì rise di cuore e si indignò per le ridicole figure del "Giovane Premier" (appena tornato dallo spettacolino al Congresso USA), con la sparatona da "Prendi la cornetta, il Polo ti aspetta" sull'abolizione dell'ICI ("Sì, hai capito bene: non pagerai più l'ICI" -o una cosa così). E, invece, seconda zappata: si compì probabilmente il Recupero Miracoloso...
Venne il giorno delle Elezioni: il nostro Elettore fece il suo dovere e attese trepidante.
Putroppo la vittoria auspicata fu un quasi pareggio, un 1-1 fuori casa: il nuovo Governo di Centro-Sinistra nasceva con il misero sostegno di due voti in più al Senato e dei Senatori a vita. Voti che divennero ben presto uno soltanto, grazie al nuovo Astro Nascente della politica in stile Mastella: il Senatore De Gregorio, uno che praticamente ancor prima di insediarsi, già aveva fondato il suon nuovo Movimento e tirato la terza zappata. Mistero fitto su come abbia fatto Di Pietro a fidarsi di un tale figuro, candidandolo nelle sue Liste.
Iniziò così un Prodi-bis farcito di Sottosegretari, sempre a rischio di impallinamento e in grado di inimicarsi ogni categoria con la Finanziaria 2007 (che pure il Piccolo Elettore condivideva in molti punti).
Poi fu Vicenza: cadde il Governo, il Piccolo Elettore rimase senza parole. Questa zappata non se l'aspettava: se ci sono dei motivi per cui non sarebbe possibile impedire la costruzione della nuova Base Americana, perchè non provare, almeno, a spiegarli? E d'altronde, come pensare di poter ottenere qualcosa per la città spingendo il Paese tra le braccia di Berlusconi? Non sarebbe meglio, alle volte, cercare di ottenere un compromesso possibile, anche rinunciando ad alcune delle proprie posizioni?

Oggi, amareggiato e sfiduciato, il Piccolo Elettore ancora non capisce: soffre nel guardare ogni telegiornale, ha di nuovo con sè il fido Maalox.

martedì 20 febbraio 2007

Via delle M....

Ho visto questo cartello ieri, tornando dalla spesa:





Era appeso al muro, in una strada di poco passaggio.
Devo dire che ci ho messo un po' a capirlo, ma quando ho realizzato mi è sembrata un'idea spiritosa. Poi, magari scoprirò che è la classica "moda" del momento (un po' come infarcire spot tv di stranieri che ciancicano a memoria parole italiane) e che tutto il Paese ne è tappezzato...

Fatemi sapere (così qualcuno si appaleserà, finalmente, in questo blog asfittico)!

sabato 17 febbraio 2007

Er Commisario Rexe




Pare che la RAI, non paga di avercelo imbandito a pranzo e cena per lustri e lustri ormai, abbia deciso di "resuscitare" il prode cane poliziotto austriaco per un seguito italiano de "Il Commissario Rex" - ovvero una delle serie televisive più grigie e ripetitive che io ricordi.







Dal Corriere di giovedì 15 febbraio:


Spiega l' operazione Ferdinand Dohna della Beta Film, produttore della serie austriaca: «C' era bisogno di aria nuova. La prima edizione del telefilm risale al ' 94. Sedici (sic!) anni di successi, ma proprio per questo era necessario dare un impulso diverso alla storia, che altrimenti rischiava di diventare stantia. E siccome la Rai e il pubblico italiano sono sempre stati entusiasti del prodotto, è nata l' idea del trasferimento, anche per farne un format più internazionale». Occorreva però un pretesto narrativo. Rex, rimasto senza padrone, è stato messo in pensione e affidato a un canile. Ma il simpatico pastore tedesco non vuole saperne di fare il pensionato e, da autentico professionista anti-crimine, scappa dal canile, per darsi presente in commissariato e tornare a lavorare. Qui incontra il commissario italiano Lorenzo Fabbri (Capparoni), venuto a Vienna per indagare, in collaborazione con la polizia locale, su un doppio omicidio: un cittadino austriaco è stato trovato morto a Roma, ucciso dalla stessa arma con cui un suo connazionale è stato assassinato a Vienna. Tra Rex e Lorenzo è amore a prima vista e, quando le indagini si spostano di nuovo in Italia, il commissario porta con sé il cane.

Forse il traduttore italiano ha equivocato su qualche parola, perchè penso che una traduzione più fedele potrebbe essere:

"C'era bisogno di qualcuno che ci mettesse dei soldi. La prima edizione del telefilm risale al '94. Sedici anni di puntate hanno esaurito la gamma delle situazioni possibili tra le nostre montagne (a meno di non far laureare Rex in Legge e trasformarlo in Giudice d'Assalto) e hanno stufato i telespettatori, perciò abbiamo dovuto smettere. Io però facevo la fame e Rex non se la passava meglio: da quando non gli fornivo più le SpezialPolizeiKroketten (cui han diritto solo i Cani Poliziotto) mi pedinava in ogni dove con ululati minacciosi. E siccome la RAI ed il pubblico italiano son sempre facili da infinocchiare, ho messo su una produzione da quattro soldi con una storia che può stare in piedi solo in una Fiction di Saccà."

Almeno ci sarà da ridere, spero.

domenica 11 febbraio 2007

Dichiarazione di Stenti

Non so ancora che voglio fare precisamente di questo blog: per ora scrivo quel che capita, cercando di farlo "sviluppare" da solo. Devo dire che scrivere ipotizzando un pubblico, per quanto esiguo, si è rivelato molto complicato e mi blocca parecchio.
Qualcuno mi ha chiesto, conoscendomi, sarcasmo e invettive sociali: mi piacerebbe, già qualche post l'avevo iniziato su tali direttrici, ma cado sempre nel "retorico y banal" e cestino tutto.
Per dire: vorrei esprimere mille pensieri sui Pacs (o Dico) e su come mi pare che la Chiesa dimentichi uno dei suoi veri punti di forza ("Cristo è Amore") per arroccarsi in un dogmatismo senza senso, però vorrei farlo da un punto di vista originale - altrimenti cosa potrei aggiungere a ciò che scrivono i giornali (le tv invece si distinguono per l'attività da Sala Stampa della Santa Sede, quando va bene)?

Intanto, beccatevi la mia prima recensione, un post più sotto: è un bozzetto che, nelle intenzioni, dovrebbe invogliare a vedersi il film, per cui è volutamente criptica.

Ogni Cosa è Illuminata - di Liev Schreiber (2005)


Un giovane Ebreo Americano si reca in Ucraina per iniziare una "rigida ricerca" sulla donna che, durante la II Guerra Mondiale, aveva aiutato suo nonno a scappare ai Nazisti. Per la bisogna, si rivolge ad una famiglia di Odessa che campa facendo da guida agli stranieri: lo accompagneranno un vecchio che si crede cieco (e forse lo è sul serio, anche se conduce l'auto con cui i tre si muovono) ed il nipote, entrambi con opinioni non esattamente politically correct sui Discendenti di Davide.

(Attenzione: segue frase tipo Trailer di Filmone 'MMericano)


Quello che scopriranno, cambierà la vita di ognuno di loro per sempre.


Ecco, raccontata così, la trama di questo film sembra la solita storia: in effetti, lo è. Fortunatamente la bellezza di un'opera è spesso legata più a come viene realizzata che non a ciò che narra, e questo è il nostro caso. Una pellicola che inizia con i toni della commedia - la strampalata famiglia Ucraina, l'attitudine al "collezionismo" di "Johnfen", il personaggio della cagnetta "Sammy Davies Junior Junior"- e che, passo dopo passo, diventa sempre più un drammatico viaggio nel passato e nelle ferite del nostro Continente: ogni dettaglio, anche quello apparentemente creato per un mero spunto comico, si rivelerà tramite di un profondo significato e fonte di riflessione per lo spettatore.
Appunto: "Ogni cosa è illuminata".


domenica 4 febbraio 2007

Ogni Piazza è Catania

In margine a quanto accaduto durante la partita Catania-Palermo di venerdì, vorrei portare una testimonianza di qualche anno fa. La mia unica esperienza allo Stadio risale ad una partita di qualificazione della Nazionale ai Mondiali 2002, giocata contro la Lituania al Nereo Rocco di Trieste.
Avevamo biglietti numerati, ma arrivammo tardi e qualcuno si era già preso i nostri posti; pioveva, finimmo in Curva tra i tifosi della Triestina.
Ora, io di ciò che successe in campo ricordo ben poco: e ciò non solo perchè scoprii come la visuale dalla Curva sia limitata all'area di rigore antistante e come le reti di protezione rendano ancor più difficile capire cosa accade sul terreno di gioco. Passai infatti tutti i 90 minuti regolamentari, i recuperi e l'intervallo a controllare di essere a distanza di sicurezza dagli ultrà: le loro invettive, intrise di un odio incomprensibile, mi facevano sinceramente paura. Parevano belve in gabbia: grida contro i tifosi di altre squadre italiane e contro la Polizia si alternavano a cori fascisti e a salve di saluto romano.
Non c'era nessun motivo per questo comportamento: la partita riguardava due squadre nazionali, non c'erano stati scontri, nulla -apparentemente- da rivendicare. Quelle persone sembravano automi programmati per reiterare sempre le medesime azioni, anche se fuori contesto.

Berciavano il loro malcontento verso le cose: il Calcio, la Polizia, gli avversari ne erano solo la valvola di sfogo.