mercoledì 12 dicembre 2007

Dietrologia da marciapiede: il caso Luttazzi


Prefazione:

Un po' ovunque si è scritto, letto e sentito di Daniele Luttazzi e della prematura e improvvisa scomparsa di Decameron dal palinsesto di la7, che la rete ha motivato con le offese rivolte a Giuliano Ferrara, da diversi anni collaboratore del canale Telecom. Quindi molti e più bravi di me hanno già commentato a sufficienza, anche semplicemente in ambito blog (segnalo almeno Leonardo, tra tutti).Ne scrivo anch'io come piccolo segno di solidarietà verso Luttazzi (che ovviamente non ne ha bisogno e manco sa che esisto) e perchè la cosa mi ronza in testa da giorni ed in qualche modo la devo cacciare fuori.


Premessa:
Tutti conosciamo Daniele Luttazzi, sappiamo cosa dice e come lo dice. La7 lo sa, lo sapeva da ben prima di Decameron. Luttazzi è comico intelligente e spesso esilarante, uno che sa cogliere spunti satirici come pochi e che li svolge con grande acume e inventiva. Il suo umorismo tocca diversi registri, senza negarsi una notevole dose di grevità. Anzi, diciamo pure che gli piace proprio indugiare su certi temi che possono anche disturbare -personalmente, spesso mi disturbano.
Certe volte l'argomento scatologico e quello sessuale sono funzionali e suscitano non solo la risata, ma anche una riflessione; in altri casi, non li trovo molto pertinenti.
Nel complesso, Decameron mi pareva più ricco di questi ultimi aspetti (presenti in pezzi da novanta come Rabelais e in tutta una tradizione letteraria che credo arrivi fino ai lirici greci antichi) di quanto non lo fosse di invettiva "pensata", però tutto sommato non mi dispiaceva. Insomma, finchè è durato l'ho guardato volentieri.


Svolgimento:
A questo comico molto noto, di cui tutti conoscono le modalità espressive, la7 (rete di proprietà Telecom, di piccoli ascolti ma di programmi interessanti e tendenzialmente alternativi al famigerato duopolio) propone un programma in seconda-terza serata. Gli dà carta bianca.
Fermiamoci e rileggiamo: gli dà carta bianca. Sa, dunque, che Luttazzi può pure, volendo, usarla a mo' di carta igienica...
Il programma parte, vanno in onda 5 puntate: tutte molto Luttazzi-style, ovviamente. Del resto, il titolo rimanda ad un'opera piuttosto boccacesca e il sottotitolo è ancor più esplicito: politica, sesso, religione e morte. Il gradimento del pubblico è alto: quasi 3 milioni di spettatori, per la rete e la collocazione oraria, sono molti assai. La quinta puntata viene pure replicata, tutto sembra continuare senza scossoni.
Improvvisamente, fulmine a ciel sereno, la notizia della cancellazione. Ufficiale motivazione le offese a Ferrara, scagliate durante quest'ultima puntata: la rete non ritiene corretta l'invettiva nei confronti di uno della propria stessa famigghia (televisiva, s'intende). Ovvero: i panni sporchi non si lavano in pubblico. Su questo punto avrei già qualcosa da obiettare, ma lasciamo perdere le riserve sull'aziendalismo a prescindere.
Prima di farmi un'opinione della faccenda, vado a rivedermi il pezzo incriminato: in effetti il buon Daniele ci va giù pesante, ma ha raggiunto maggiori vette dissacratorie (per esempio verso la Chiesa, verso Silvio, verso...un po' tutti) senza suscitare nemmeno un refolo di vento.
Lo stesso Ferrara scrive una lettera a Repubblica in cui afferma di non aver fatto la danza dei 7 veli perchè il direttore di rete gli consegnasse la testa del nuovo Battista. Beh, insomma, finge di fare queste affermazioni, mentre l'esegesi corretta (tra gli strali al nostro tempo ateo e quelli all'intellighenzia di sinistra) è: oh Luttazzi, piccolo cafoncello, ben ti sta!

Può darsi che Luttazzi abbia esagerato e che a Giulianone sia rimasto sul gozzo ciò che ha detto, però non mi vengano a dire che il motivo della chiusura di Decameron sta in quella battuta. Non ci credo proprio.
Solo, vorrei capire quale sia la ragione reale. Al momento non ci arrivo.

7 commenti :

  1. Artemisia ha detto...

    Fermo restando la condanna di ogni tipo di censura e l'estrema antipatia di Ferrara, voglio essere sincera: a me Luttazzi non piace, non fa ridere, non fa riflettere, lo trovo solo volgare. Sicuramente sono io che sono limitata.

  2. Fabioletterario ha detto...

    Io Luttazzi lo amo di quando in quando... Ma niente censura, per favore! Parlando di librerie, io amo in particolare 'Al Segno'... Non è aperta di sera, ma accipicchia, quante cose ha? Ci incontriamo là? :-)

  3. Verrocchio ha detto...

    @Artemisia: beh, perchè dovresti essere limitata? Se non ti piace o ti sembra volgare, hai tutto il diritto di pensarlo e dirlo. Pure per me esagera, alle volte.

    @Fabio: non penso si tratti di censura, però nemmeno credo alla storia di Ferrara. Mi sembra un pretesto per chiudere un programma che forse è troppo sopra le righe...
    "Al Segno" c'è pure a Portogruaro: penso che il gestore sia fratello di quello di Pn. Anche a Porto la libreria è fornitissima, quando ci vado mi piglierei tutto... La versione pordenonese l'ho frequentata poco, perchè difficilmente vengo lì di giorno, però la tua proposta mi solletica!

  4. Anonimo ha detto...

    uè ma che ha detto alla fine di tanto offensivo?

    ps: andre vien a manifestar sabato!

  5. Verrocchio ha detto...

    Ah, niente che non avesse già detto altre mille volte, caro K!

    Sfilate sabato, dunque? Perchè nel manifesto sul tuo blog non ci sta la data. Sai che sono in conflitto di interessi, sull'argomento ;-)

  6. Anonimo ha detto...

    Premessa: presumo che tu abbia delle priorità, tipo laurearti, sposarti, procreare... (non necessariamente in quest'ordine)

    Premessa 2: spero che i nostri bimbi possano godere di libertà e informazione più di quanto possiamo fare noi.

    io me lo vedo un giorno mio figlio che davanti alla base mi dice "papà, ma come cazzo è possibile che l'abbiamo permesso?" E io glielo spiegherò.

    "ma papà: voi non vi siete opposti? NON AVETE FATTO NULLA?!?"

    io voglio solo rispondere "sì caro, ho fatto TUTTO IL POSSIBILE"

    se vieni chiama

  7. Fabioletterario ha detto...

    Verrocchio, ma dove sei finito??