mercoledì 4 luglio 2007

Un caso di (in)coscienza


Ho appena ultimato la visione di una puntata (naturalmente in replica) della fiction di mammaRai "Un caso di coscienza 2" (il che presuppone una prima serie, di cui penso si sia perso financo il ricordo).
Ho così potuto scoprire alcune cose molto interessanti:

- a Trieste non ci sono triestini, forse deportati in occasione delle riprese: in città convivono pacificamente due etnie, i "Romanacci" e i "Veneziani"

-i "Romanacci" sono di schiatta nobile, fanno gli avvocati o i medici -e comunque hanno parti da protagonista

-i "Veneziani" son popolani, ricoprono le mansioni di muratore, carpentiere o giornalaio -e comunque hanno parti da comparsa

-quanto è bello riprendere Piazza Unità dall'alto di un elicottero (anche se non c'entra niente con la storia narrata)


-il curatore della colonna sonora e chi ha realizzato il montaggio sono affetti, al pari di Beethoven, da sordità. Solo che, a differenza del genio tedesco, non sono in grado di trasformarla in virtuosismo: come spiegare altrimenti il disturbante tema musicale, odioso di per se stesso, ma infilato in momenti impensabili come i cavoli a merenda (ipotesi di scena tipo: un personaggio guarda il mare con sguardo vuoto, cala dall'alto 'sto motivetto in stile Piovra)?

-per partecipare ad una fiction italiana non serve saper recitare: basta muovere le sopracciglia con voce impostata


-gli scemeggiati peggiori son quelli in cui non funzionano nemmeno gli immancabili siparietti comici con il comprimario-macchietta (alla Frassica, per intenderci): qui gli intermezzi col cameriere di colore sono letteralmente strazianti

Il che (come diceva Guareschi) è molto bello e istruttivo.


5 commenti :

  1. Davide ha detto...

    Dai... guareschi piace molto anche a me... Mi stai sempre più simpatico!

    A presto

  2. Verrocchio ha detto...

    Di Guareschi ho letto quasi tutto, anche se negli ultimi anni l'ho un po' abbandonato.
    Era una persona molto coerente e buona, con un grande senso della giustizia. Scriveva in una maniera così piana e semplice, che pareva facile: invece sapeva dire cose profonde senza bisogno di parole arzigogolate. Certo, alle volte era un po' zuccheroso...
    Però sapeva far ridere senza mai essere volgare: nel mio piccolo mi ispiro a lui, quando mi lancio in cose satiriche su questo blog.

    P.S.: Quante cose abbiamo in comune!

  3. Davide ha detto...

    Anch'io di Guareschi ho letto quasi tutto... compresa la raccolta del "Candido" oltre a tutti i Don Camillo... La storia che mi piace di più si intitola "le lampade e la luce".

    Si, Guareschi era proprio un Galantuomo!

    P.S.: Si Si abbiamo parecchie cose in comune

  4. Verrocchio ha detto...

    Le raccolte del Candido le ho lette pure io...eccezionali (tra l'altro, mi allietavano nel periodo in cui ero costretto a letto da una gamba rotta)!

    "Le lampade e la luce" non me la ricordo: in che raccolta posso trovarla?

  5. Artemisia ha detto...

    Ciao Verrocchio, grazie per il passaggio ed il commento. Bè il periodo in cui ho scritto quel tema lì è stato proprio il più infelice della mia vita. Poi crescendo ti guardi intorno e vedi tante persone che valgono di gran lunga meno di te ma che pure hanno successo e allora la tua autostima sale...
    Ora il giudice più severo sono proprio io stessa...
    In bocca al lupo anche a te!
    Appena possibile ritornerò a leggere il tuo blog in modo più approfondito.
    Ciao,