Ambrella
Oggi è una bellissima giornata piovosa. Il cielo bigio, le nuvole sparse, le gocce sui vetri mi sollevano il morale e rendono lieve anche il piccolo trenino anteguerra (ex “treno Fanta“) che ci trascina verso una (immagino) bigia Trieste. Tra una scossa e l‘altra, mentre le dita sbagliano il tasto da pigiare, guardo l‘ombrello seduto accanto a me e immagino quanto debbo esser parso strano mentre camminavo sotto l‘acqua, poco fa: tutti gli altri raccolti sotto la cuspide protettiva, io armeggiante per proteggere dall‘acqua il mio bell‘ombrello chiuso. A certi oggetti ci si affeziona in maniera poco razionale e certamente per nulla funzionale: per quanto nell‘economia delle cose non conti alcunchè, ci rimarrei molto male se quello che definisco il mio “ombrello ufficiale“ fosse ferito a morte da un vento irrispettoso.
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