mercoledì 18 novembre 2009

Panorama italiano IV – la rive gauche

Uno sguardo all’altra riva: L’UDC vedrebbe bene un lodo Alfano bis con legge costituzionale: per carità. Di Pietro e altri organizzano il no-B day per il 5 dicembre; degli sconsiderati del PDL vogliono contrapporre (negli stessi luoghi e data) il sì-B day: ultrà contro ultrà, 0-0 assicurato e altissimo rischio di botte da orbi.

Tanto rumore per nulla: le iniziative di democrazia dal basso stanno pericolosamente aumentando di numero: pericolosamente per chi le indice, purtroppo. E la loro capacità di smuovere le coscienze decresce in modo proporzionale. Chi le conta più, le manifestazioni (come fanno, a Roma, i residenti? quanti cortei sfilano ogni giorno?), le petizioni, le raccolte di firme con la faccia pulita di Saviano (e scrive uno che ha aderito a tutte), i referendum minacciati e quelli promossi da Di Pietro e Grillo? Temo ci stiamo abituando a considerarle fatti normali della vita quotidiana, tanto da spostarle sullo sfondo, quasi fossero un complemento d’arredo per siti web e piazze d’Italia:

 ah, un’altra campagna per la legalità? Bella, aspetta che aderisco! Ma non è la stessa della settimana scorsa?

Chissà questa volta che dirà la questura sul numero dei manifestanti? A proposito, per cosa si va in piazza oggi?

Diciamocela tutta: quegli altri se ne infischiano, di queste cose qui. Che hanno un valore di testimonianza e di appartenenza per chi si trova insieme a quello che pare un popolo dal comune sentire, unito nel poter dire il suo not in my name. Poi, tutti a casa e avanti come prima (ricordate i tempi della seconda campagna d’Iraq?).

Soluzioni? Nessuna, temo. Magari chiamare la gente in piazza per contrastare un provvedimento specifico, non genericamente contro o pro una persona: quindi, scendiamo in piazza contro il finto “processo breve.” Vengo volentieri. Ma non organizziamo i No-B day, per favore. 

Intanto, Repubblica mette in piedi la solita raccolta firme. Come al solito, ho firmato.

 

2 commenti :

  1. Artemisia ha detto...

    Hai ragione, Verrocchio. Il rischio e' l'assuefazione. Ma che succederebbe se ci fosse il silenzio? Finche' ci saranno le proteste, secondo me, qualche piccola remora gli tocchera farsela. Certo e' vero che bisogna che le proteste siano piu' mirate possibili. D'altra parte il gruppo di fuoco e' veramente continuo: difendi la giustizia, l'acqua pubblica, la legge La Torre sui beni confiscati alla mafia, la scuola pubblica, ecc. Non si ripara!
    Sul NoBDay anch'io ho qualche dubbio ma d'altra parte mi irrita anche il PD che fa lo snob, non aderisce e la settimana dopo fa la sua 100 piazze per l'Italia.
    Cominci col non fare accordi di nessun tipo con questa banda di sciagurati! L'agenda delle priorita' condivise! Ma dai!

  2. Verrocchio ha detto...

    Bersani ha iniziato la sua azione con la parola "alternativa", da preferirsi a opposizione. Quindi capisco il motivo delle "1000 piazze" (una sorta di manifestazione ad azionariato diffuso) e condivido l'idea di andare in piazza per segnalare un problema concreto e non genericamente "contro" uno solo, però farla come "risposta" al NoB-day mi pare una fesseria: chi è andato già a quello, non verrà alle 1000 piazze, inoltre mediaticamente (e si sa quanto conti, oggi, il taglio che le tv danno alle notizie) il rischio è di essere messi in ridicolo (quando non di essere oscurati).