mercoledì 26 agosto 2009

Dei miracoli

 

Eccellentissimo Mr. God,

non Vi sembri inopportuno il mio ardire nel contattarVi direttamente (se ho peccato di superbia, fatemelo sapere tramite qualche presule: digiunerò in preghiera), ma ho ormai presa quest’abitudine di rivolgermi direttamente alle divinità, visto che con gli uomini i risultati sono scarsi. Vi scrivo dunque in relazione alla vicenda della signora che, durante il suo pellegrinaggio a Lourdes, avete recentemente guarita dalla SLA: naturalmente sono molto ammirato e felice per il lieto evento e per le circostanze in cui esso è maturato. Permettemi, però, Vostra divinità, un umile appunto al riguardo: certamente sostenere il criterio del merito è fondamentale in ogni campo della nostra società alla deriva e così è molto magnanimo da parte Vostra assecondare i lodevoli sforzi del nostro governo in questo senso. Ma siete sicuro di non manifestare, in quest’ambito specifico della vostra pur lodevole attività, una certa qual ritrosia poco giustificata, un braccino corto che per nulla si confà alla vostra nomea di Misericordioso? So già cosa obietterete: le vie del Signore sono infinite, solo chi si abbandona completamente a me potrà avere la Salvezza. Tutto giusto, tutto addirittura sacrosanto. Ma ditemi, allora: possibile che in quell’infornata di pellegrini lì, per esempio, solamente una persona meritasse il miracolo? E gli altri, poverelli? Erano tutti poco convinti? Sotto sotto nutrivano dei dubbi? E’ mai possibile che valgano solo i meriti di fede? Se uno vive come San Francesco o passa le sue giornate a sanare le piaghe dei mendicanti è meno virtuoso? Sono perplesso, my God. Creare dei fedeli di serie A e dei fedeli di serie B non mi sembra rispettoso di questo impasto di terra e sputo che siamo in fondo noi mortali.

Con immutata stima,

Andrea

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