sabato 18 luglio 2009

Il polso della situazione

afp_16290516_14580 Arduo dev’essere preparare un servizio su di una non-notizia. Ieri il Papa si è fratturato il polso, un po’ come può capitare a tutti, soprattutto ad una certa età: una menzione sul tg della sera ci poteva stare. Il giorno dopo, invece, cosa resta da dire? Un infortunio fastidioso, una piccola operazione, tutto è andato bene. Mica potrai caricare un evento così banale di nuovo pathos e sofferenza, se non vuoi renderti ridicolo (innanzitutto agli occhi dei fedeli)? Ma se sei il curiale Fabio Zavattaro, vaticanista del tg1, lo puoi (lo devi?) fare.

Ecco l’attacco del suo pezzo di oggi, religiosamente trascrittovi da me medesimo con certosina capziosità.

Da leggersi con tono sommesso e contrito:

(immagini della magione estiva papale)Il giorno dopo l’operazione, papa Benedetto si prepara a imparare a convivere con il polso fasciato: non poter scrivere, non poter suonare il pianoforte. E’ comunque tranquillo, sorridente. (stacco sul mezzobusto del bel Fabio) Ha passato una notte tranquilla, papa Benedetto XVI, qui nella villa a Le Combe, la vedete alle mie spalle. Questa mattina ha fatto colazione, ha celebrato messa. […] Verso l’ora di pranzo la visita del primario che l’ha operato, più per cortesia che per controllo. (stacco sul Primario) Che cosa le ha risposto il Papa quando lei ha detto “bisogna operare”? “Eh, mi ha detto va bene, facciamo quel che c’è da fare. Molto tranquillo, pacifico, senza nessun problema.”

Che aggiungere? Plaudiamo tutti allo straordinario coraggio ed alla calma olimpica che il santo padre ha dimostrato in questa tanto difficile congiuntura della sua vita; gli auguriamo di poter tornare presto a suonare; siamo lieti che questa mattina sia addirittura riuscito a fare colazione.

 

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