giovedì 30 luglio 2009

Epistola alle Parche

Parche Spettabili signore (signorine?) Parche,

chi vi scrive è un umile esserino del XXI secolo che attualmente non tiene di meglio da fare. Sono conscio del grande carico di lavoro che filare i destini umani richiede per voi, soprattutto ora che la vita media si è allungata ed il numero di persone su questo povero pianeta è in continuo ed esponenziale aumento; so pure che non siete solite porgere orecchio alle richieste che vi vengono formulate da quaggiù (altrimenti, hai voglia: non si finirebbe mai di correggere il filato della giornata!) e che nemmeno gli dei possono mettere il becco negli affari vostri. Qui però si tratta di una questione veramente insostenibile, di uno stato di cose intollerabile. Come certamente saprete il genere umano ama sollazzarsi sfidando la vostra collega, la cosiddetta dea bendata: Fortuna, insomma. Immagino che tra di voi ci sia una certa rivalità, che Fortuna goda nel farvi inciampare, qualche volta, sì da ingarbugliare un po’ i fati già stabiliti: quindi suppongo che, senza tema di smentita, si possa dire che vi sta abbondantemente sulle palle. Se vi chiedo allora, per la tranquillità mia e di tutti gli italiani, di corcarla di mazzate? Così, giusto per una piccola forma di vendetta per voi e di assicurazione per noi: che la finisca di far crescere ‘sto montepremi del Superenalotto! Non se ne può più! Rendetevi conto: siamo in completa balia di tg che prima occupano minuti preziosi mandando in onda servizi e servizi sullo stramaledetto 6 che non esce e su cosa ci farebbe o non ci farebbe l’ipotetico vincitore; poi occupano minuti preziosi comunicando i numeri estratti e facendo finta che ci interessi qualche cosa di sapere chi ha vinto; infine non perdono mai (proprio mai) l’occasione per segnalare che questo è il più alto jackpot di tutti i tempi. Vedete, care le mie Parche (posso permettermi questa vena confidenziale?), non vi sembra che sarebbe ora di finirla? Dopo tutto, che vi costa? Lei è pure bendata, manco saprà mai che siete state voi.

Un grazie infinito per qualsiasi cosa vi riuscirà di fare,

Andrea

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