sabato 18 ottobre 2008

Seppie al rum


Ieri sera mi stavo serenamente cuccando un succoso documentario sull'intelligenza delle seppie -le quali, per inciso, sanno cose che noi vertebrati nemmeno sospetteremmo- quando all'improvviso appare la consueta pausa pubblicitaria. Vengo allora catapultato in un ambiente di presumibile ascrivibilità all'area sudamericana, lungo strade in cui regna la sonnolenza. Ecco però che un pianista svogliato inizia a pestare sui tasti con foga e sapere antico, mentre sul capo gli si espande un'aureola rossa. Tutti gli apatici concittadini si destano, contagiati dalla rossa aureola ed iniziano a ballare e divertirsi come tarantolati. Il morbo vermiglio si spande per ogni dove, portando colori e allegria.
Ho creduto di vedere in queste immagini la propaganda di una setta neocatecumenale decisa a sostituire l'imbolsito cerimoniale cattolico con note da baccanti invasate, oppure un'astuta campagna Cei per spingere all'incremento dell'8 per mille in tempi di magra, mentre in verità lo spot pubblicizzava il solito superalcolico: forse quello che si trova nei peggiori bar de Caracass, forse el alma de Cuva. Abbastanza desolante.
Per fortuna poi sono tornate le mie seppie.

La morale di questa storiella di vita non vissuta è: basta con 'sta cosa che si riesce a far festa solo se ci si gonfia il fegato di alcol. Eddai, su.
E chiamatemi pure moralista, ogni tanto capita a tutti.

2 commenti :

  1. Anonimo ha detto...

    ...ah io pensavo fosse il seguito di quella anti aids di qualche anno fa, ricordi quella con le persone che si contornavano di viola...

  2. Verrocchio ha detto...

    Sì, me la ricordo. Quella era una pubblicità progresso, questa una pubblicità regresso.