mercoledì 25 giugno 2008

Le gioie della metempsicosi


In camera ci sono 30 gradi (aggiornamento: 29), mi sudano anche i capelli: in questa situazione, guardando il letto sfatto vedo un letto di carboni ardenti. Il caldo atterra, un po' atterrisce e riduce i già blandi ritmi del sottoscritto. Così fatico a svolgere anche le minime attività della giornata, tipo alzarmi al mattino (in effetti non sempre riesce).
Ci sono, in giro un po' ovunque, dei simpatici tizi che credono nella reincarnazione; qualcuno addirittura sostiene di poter ricordare chi era nella propria vita precedente o almeno di sentirlo. Se io credessi a tutto ciò potrei spiegarmi almeno la cronica accidia e l'inebetimento di cui sono vittima sovente: di certo nella vita precedente ero un'ameba. Me ne stavo immerso in un qualche liquido, ogni tanto sparavo uno pseudopodo con il duplice scopo di spostarmi (poco, eh!) e di nutrirmi. Due piccioni con una fava: sforzo ridotto al minimo, complessità biologica praticamente nulla.
Ah, la bella vita senza complicazioni, l'autarchia elevata alla massima potenza!

Quindi, seguendo questo principio fino in fondo, vorrei chiedere che al prossimo giro la lotteria della metempsicosi mi renda un numero ancor più fortunato: potrei rinascere sasso? Magari sul fondo di un ruscelletto, lentamente eroso dalla corrente.

3 commenti :

  1. Anonimo ha detto...

    Carissimo Andrea,
    tu sei la luce;
    Pura e cristallina come la chimica che muove un organismo unicellulare.
    ciao Claudio.

  2. Anonimo ha detto...

    Claudio Claudio....che fuori che sei anche tu...
    e come giochi a tennis se ti dai alla vita dell'ameba!!??EEEHHH??!!
    Alfietto

  3. Anonimo ha detto...

    Claudio Claudio....che fuori che sei anche tu...
    e come giochi a tennis se ti dai alla vita dell'ameba!!??EEEHHH??!!
    Alfietto