domenica 11 febbraio 2007

Ogni Cosa è Illuminata - di Liev Schreiber (2005)


Un giovane Ebreo Americano si reca in Ucraina per iniziare una "rigida ricerca" sulla donna che, durante la II Guerra Mondiale, aveva aiutato suo nonno a scappare ai Nazisti. Per la bisogna, si rivolge ad una famiglia di Odessa che campa facendo da guida agli stranieri: lo accompagneranno un vecchio che si crede cieco (e forse lo è sul serio, anche se conduce l'auto con cui i tre si muovono) ed il nipote, entrambi con opinioni non esattamente politically correct sui Discendenti di Davide.

(Attenzione: segue frase tipo Trailer di Filmone 'MMericano)


Quello che scopriranno, cambierà la vita di ognuno di loro per sempre.


Ecco, raccontata così, la trama di questo film sembra la solita storia: in effetti, lo è. Fortunatamente la bellezza di un'opera è spesso legata più a come viene realizzata che non a ciò che narra, e questo è il nostro caso. Una pellicola che inizia con i toni della commedia - la strampalata famiglia Ucraina, l'attitudine al "collezionismo" di "Johnfen", il personaggio della cagnetta "Sammy Davies Junior Junior"- e che, passo dopo passo, diventa sempre più un drammatico viaggio nel passato e nelle ferite del nostro Continente: ogni dettaglio, anche quello apparentemente creato per un mero spunto comico, si rivelerà tramite di un profondo significato e fonte di riflessione per lo spettatore.
Appunto: "Ogni cosa è illuminata".


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